ROMA – Amanda Todd, un simbolo contro il bullismo. La 15enne canadese si è uccisa il 10 ottobre dopo un anno di angherie subite da un cyber bullo. Ora suo padre vuole che il video che la giovane ha girato un mese prima del suicidio sia mostrato nelle scuole canadesi. Amanda, infatti, ai primi di settembre ha girato un video della durata di qualche minuto in cui raccontava la sua storia usando dei biglietti. Alla fine chiedeva aiuto, dopo un anno di isolamento, angherie subite, abuso di alcol e droghe. Un mese dopo, il suicidio.
Amanda, a 14 anni, aveva iniziato a frequentare alcune chat. Durante una di queste un ragazzo che non conosceva le ha chiesto di mostrare il seno in web cam. Cosa che lei ha fatto. La foto, scattata a insaputa della giovane, poche settimane dopo è stata inviata dal cyber bullo a amici, familiari e compagni scuola di Amanda. Così, ha raccontato la giovane, è iniziato il suo calvario. I compagni la deridevano, la umiliavano, la isolavano. In un caso l’hanno anche brutalmente picchiata.
Non è servito cambiare scuola e città: quella foto la inseguiva, tutti sapevano chi era Amanda Todd. Bastava fare un giretto su Google. In questi giorni quel video è tornato sulle pagine dei giornali canadesi: molte scuole si stanno rifiutando di mostrarlo perché gli insegnanti temono che i ragazzi possano emulare la Todd. Di parere opposto il padre di Amanda: vuole che quel video sia visto dai coetanei della figlia perchè sappiano che un’ingiuria, anche se detta su internet e sotto anonimato, non fa meno male a chi la riceve, anzi.
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