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Amelia Earhart, 50 persone captarono suoi messaggi radio dopo schianto su isola deserta

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Amelia Earhart, 50 persone captarono messaggi radio dopo lo schianto su isola deserta

ROMA – L’aereo di Amelia Earhart, aviatrice statunitense nata nel 1897 e prima donna a volare sopra l’Oceano Atlantico, nel 1937 si schiantò su un’isola deserta. Anni dopo fu ritrovato solo lo scheletro della pilota ed ora, a più di 80 anni dalla sua scomparsa, alcuni esperti sostengono che almeno 50 persone avrebbero captato via radio gli inquietanti appelli della donna, tra cui “non potremo resistere ancora a lungo”.

La famosa pilota che era a bordo dell’aereo con il navigatore Fred Noonan [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. A svelare l’esistenza degli appelli è stato uno studio della Tighar’s Earhart Project che ha messo insieme quelli che potrebbero essere i dettagli strazianti degli ultimi giorni di Amelia Earhart.

Nella settimana successiva alla scomparsa dell’aereo avvenuta il 2 luglio 1937, c’erano state 120 segnalazioni da tutto il mondo che affermavano di aver raccolto segnali radio e chiamate di soccorso dalla Earhart, 57 dei quali erano credibili.

Richard Gillespie, direttore esecutivo di The International Group for Historic Aircraft Recovery, ha analizzato quelle trasmissioni finali, dipingendo nel corso di sette giorni, un’inquietante ritratto della situazione sempre più disperata.

Sfidando una delle teorie ampiamente diffuse, la quale afferma che l’aereo si è schiantato affondando poi nell’oceano, le chiamate di soccorso indicano che Earhart e Fred Noonan gravemente feriti siano rimasti bloccati su una scogliera, in balia delle maree.

Il nuovo studio raccoglie ogni chiamata di soccorso ricevuta nella settimana successiva alla scomparsa della pilota, rivela la cronologia degli eventi. I messaggi strazianti sono stati captati in tutto il mondo dalle stazioni navali che partecipavano attivamente alla ricerca e da ascoltatori occasionali nelle loro abitazioni. Il 2 luglio, alcune ore dopo che la scomparsa è diventata nota, una stazione che ha condotto la ricerca ha sentito una voce e quando è stato chiesto di confermare con una serie di trattini, tre stazioni hanno ascoltato la risposta e una ha annotato la parola “Earhart”.

Più tardi, nel corso della notte, nel secondo “periodo attivo” di segnalazione, una casalinga di Amarillo, in Texas, sentì la Earhart dire che si trovava “su un’isola inesplorata, piccola, disabitata”.

La trasmissione è proseguita con la pilota che diceva “l’aereo è parte sulla terra, parte in acqua” e che il navigatore Fred Noonan era gravemente ferito, necessitava di cure mediche immediate.

Quella stessa notte, una donna di Ashland, nel Kentucky, sentì Earhart dire che l’aereo era “dentro l’oceano” e “sopra o vicino a una piccola isola” e aggiungeva:”L’aereo è senza benzina. C’è acqua tutto intorno, molto buio” e poi parlato di tempesta e vento che soffiava. “Dovrò uscire di qui, non potremo restare qui a lungo”.

Quasi tutti i segnali considerati credibili possono essere fatti risalire all’isola di Gardner, dove Earhart e Noonan erano probabilmente naufragati su una barriera corallina. Ma, spiega Gillespie nel nuovo studio, trasmettere da quel posto presentava un problema.

“Le radio si affidavano alle batterie dell’aereo, ma era necessaria la carica della batteria per avviare il motore di tribordo con generatore per ricaricare le batterie”, scrive Gillespie. “Se pilota e navigatore dispersi scaricavano le batterie inviando chiamate di soccorso, non sarebbero stati in grado di avviare il motore”.

“L’unica cosa sensata da fare era inviare le chiamate radio quando il motore era in funzione e caricava le batterie. Ma sulla barriera corallina, la marea si alza e si abbassa”.

Secondo Gillespie, partendo da una precedente ricerca fatta con il collega Bob Brandenburg, i segnali radio potevano essere inviati solo quando l’acqua era sotto i 66 cm, lasciando libera la punta dell‘elica. Gillespie scoprì infatti che i tempi delle chiamate di soccorso si allineavano ai momenti in cui l’acqua sulla barriera corallina era bassa.

La maggior parte è stata inviata di notte, probabilmente perché l’oscurità ha offerto temperature più fresche dopo lunghi giorni sotto il sole cocente dell’isola. Ogni periodo di trasmissione attiva è durato all’incirca un’ora, con una sospensione di circa un’ora e mezza e ciò, secondo Gillespie, si ripeteva ogni giorno fino all’alta marea o alla luce del giorno, scrive il Daily Mail.

Sabato 3 luglio, durante il sesto periodo attivo, è stata ascoltata per la prima volta una voce maschile, ciò faceva pensare che Noonan, sebbene ferito, fosse ancora vivo e “lucido”. Il giorno seguente, un ragazzo di 16 anni nel Wyoming ha sentito il pilota dire che l’aereo era su una scogliera. E la stazione di Howland Island ha ascoltato sia la voce di un uomo che quella di una donna, con il messaggio “dì che il marito sta bene”.

In una sola occasione hanno inviato il codice Morse, in quanto nessuno dei due lo conosceva bene.
Un messaggio “scritto male” ricevuto dalla US Navy Radio Facility a Wailupe, vicino a Honolulu, il 5 luglio, diceva: “281 North Howland chiama KHAQQ oltre il Nord, Non resisteremo ancora a lungo”. Tra i più famosi segnali via radio ci sono i frammenti ascoltati lo stesso giorno dalla quindicenne Betty Klenck, a St. Petersburg, in Florida.

Usando la radio di famiglia, Klenck sentì degli scambi verbali tra Earhart e Noonan i quali indicavano che il navigatore ferito non era lucido. I due chiedevano aiuto e parlavano dell’emergenza dell’acqua, secondo Klenck, Noonan urlava e si lamentava per i dolori alla testa.

Nei suoi appunti, Klenck ha scritto che Earheart “ha detto alcune parolacce e sembra che a causa dell’acqua alta stia avendo problemi”. Poco dopo la trasmissione si era interrotta.

Secondo Gillespie, l’ultimo periodo attivo si è verificato mercoledì 7 luglio, dalle 12:25 alle 13:30. Le stime del ricercatore indicano che il livello dell’acqua avrebbe raggiunto la cabina e il trasmettitore dell’aereo entro le 6 del mattino seguente. In uno dei messaggi finali, Thelma Lovelace di St Johns, New Brunswick, ha ascoltato: “Riesci a sentirmi? Riesci a sentirmi? Qui è Amelia Earhart. Qui è Amelia Earhart. Ti prego, rispondi”. Ha continuato a dare la latitudine e la longitudine, di cui Lovelace prese nota e poi la Earhart continuò: “Abbiamo preso acqua, il mio navigatore è gravemente ferito. Il mio navigatore è gravemente ferito. Abbiamo bisogno di cure mediche e dobbiamo ricevere aiuto; non resisteremo ancora a lungo”.

Dopo mercoledì 7 luglio, non ci sono stati più segnali credibili e gli ultimi momenti di vita di Earhart e Noonan rimangono avvolti nel mistero.

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