Ancora attesa per la piccola Indi Gregory, staccare o no la spina: slitta di nuovo la decisione. L’appello sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso al giudice italiano verrà discusso domani, a partire dalle ore 12 ora inglese (le 13 in Italia). Il termine per il distacco dei supporti vitali è prorogato fino all’esito di tale udienza. Lo rendono noto i legali della famiglia Gregory. La notizia è stata diffusa da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e dall’avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia.
“Pensiamo che sia nel miglior interesse di Indi venire in Italia per ricevere le cure che potrebbero aiutarla a respirare, aprendo una valvola attraverso l’impianto di uno stent, per poi poterci concentrare sulla sua malattia mitocondriale che può essere trattata con queste terapie. Sappiamo che Indi è una combattente, lei vuole vivere, e non merita di morire. Grazie”. Queste le parole del padre della piccola, Dean Gregory, in un video trasmesso da La7, ringraziando l’Italia per il suo impegno.
“Io e Claire – ha detto il padre della bambina – siamo devastati e affranti dalla decisione presa dal giudice. Il National Health system sta cercando di impedirci di andare in Italia, e ci ha anche impedito di portare Indi a casa per le cure palliative di fine vita. Siamo molto preoccupati per la vita di Indi”. “I nostri avvocati stanno lavorando duramente e hanno presentato una richiesta urgente perché faremo ricorso in appello. Ma voglio ringraziare il consolato italiano a Manchester per l’aiuto e voglio ringraziare il governo, il Presidente e il popolo italiano, l’Italia è stata incredibile, come un angelo custode per Indi, siamo davvero fortunati ad avere la vostra passione e il vostro coraggio dalla nostra parte nel tentativo – ha concluso – di salvare la vita di Indi”.