Ancora morti in Siria. Arrivano gli osservaroti Onu e sanzioni Ue

BEIRUT – Una trentina di siriani sono stati uccisi oggi dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad a Hama, città nel centro della Siria, proprio dove solo ieri si era recato un pugno di osservatori Onu disarmati, avanguardia di una missione di berretti blu. A questi, già dalla settimana prossima si aggiungeranno, come hanno annunciato oggi le Nazioni Unite, i primi rinforzi di una missione che entro la fine di giugno dovrebbe arrivare a contare non più di 300 membri, mentre dall'Ue arrivano nuove sanzioni nei confronti di Damasco.

"Il cessate il fuoco in Siria resta incompleto", ha detto il sottosegretario agli affari politici delle Nazioni Unite, Lynn Pascoe, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, alla vigilia dell'attesa relazione ai 15 di Kofi Annan, inviato speciale per la Siria.

''E' essenziale che il governo di Damasco attui immediatamente e pienamente i suoi impegni, smetta di utilizzare armi pesanti e ritiri le forze militari dai centri abitati'', ha aggiunto Pascoe.

Il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim aveva scritto sabato ad Annan, assicurandogli l'avvenuto ritiro delle truppe governative dalle città. Parole smentite da numerosi video pubblicati su Internet da cittadini siriani che hanno documentato la presenza di mezzi blindati alle periferie delle principali città, epicentri della rivolta e della repressione: Dayr az Zor, Homs, Duma sobborgo di Damasco e Zabadani. In queste ultime due località si sono recati oggi gli osservatori Onu, accompagnati da ufficiali della polizia siriana.

Sempre oggi l'Unione europea ha approvato l'ennesimo pacchetto di sanzioni contro il regime siriano, cercando di colpire questa volta il presidente stesso e sua moglie, con il divieto dell'importazione nel Paese di una lista di beni di lusso e di ''materiale che può essere usato nella repressione''.

Dall'Ue ammettono che si tratta di una misura restrittiva dal valore simbolico. I tredici precedenti pacchetti di sanzioni varati da un anno ad oggi dai 27 (embargo petrolifero e di armi, misure contro 126 persone e 41 società, la banca centrale, l'export di metalli preziosi e i voli merci) sembrano finora aver colpito più la popolazione che i vertici del regime, che da 13 mesi prosegue impunito la repressione militare delle proteste.

Nei prossimi giorni, l'italiano Agostino Miozzo, capo del 'Crisis response and operational coordination' della Ue, sarà anche per questo in missione in Siria. Secondo fonti europee "Miozzo visiterà la delegazione della Ue, che è rimasta aperta, compierà una valutazione sulla situazione umanitaria e incontrerà diversi gruppi dell'opposizione politica. L'idea – hanno aggiunto le fonti – è di capire cosa la Ue può fare di più e meglio per aiutare il popolo e la transizione siriana".

Rimanendo in ambito di sanzioni occidentali contro la Siria, gli Stati Uniti hanno oggi annunciato nuove misure contro coloro che forniscono tecnologia che aiuti Damasco e il suo alleato iraniano nella repressione dei diritti umani e nel monitoraggio dei cittadini. L'agenzia ufficiale Sana ha attribuito a gruppi armati di terroristi l'uccisione ieri di 6 tra agenti, militari (tra cui un ufficiale) e un medico in varie regioni del Paese. Secondo i media ufficiali, sono circa 2.500 i membri delle forze governative uccise dai terroristi. Gli attivisti documentano invece la morte per mano dei lealisti di oltre 11.000 persone, per lo più civili.

Attivisti e testimoni oculari hanno invece documentato oggi il bombardamento e l'assalto militare da parte delle forze governative su Hama e i suoi dintorni, proprio all'indomani della fugace visita degli osservatori Onu. L'artiglieria ha cominciato a sparare da stamani, poco prima dell'ingresso in città dei carri armati. Alcuni edifici civili sono crollati e gli attivisti parlano di 28 uccisi.

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