Ancora violenze in Nigeria: attaccata scuola coranica

LAGOS – La Nigeria teme una nuova ondata di violenze confessionali dopo gli attentati alle chiese cristiane a Natale con 40 morti e l'attacco a una scuola coranica nelle ultime ore con sette persone rimaste ferite. Intanto, mentre le autorita' cercano di rassicurare la popolazione, una coalizione di chiese evangeliche avverte i suoi fedeli che in caso di nuove violenze si difendera' da sola, se la sicurezza nazionale non faranno nulla.

Sono sette i giovani rimasti feriti ieri sera nella zona del Delta del Niger, nel sud del Paese, quando ''un esplosivo di debole potenza, fabbricato localmente, e' esploso nella loro scuola coranica di Sapele'', rende noto il portavoce della polizia, Charles Mouka. I sei bambini, di eta' compresa fra i cinque e gli otto anni e un adulto sono rimasti feriti e portati in ospedale. Erano in classe al momento dell'esplosione. L'ordigno, prosegue la stessa fonte, ''e' stato lanciato da una vettura non identificata in movimento''.

L'attacco di ieri è avvenuto a meno di una settimana dagli attentati contro le chiese a Natale, con almeno 40 morti, attribuiti dalle autorità alla setta islamica dei Boko Haram. Il movimento violento, che mira alla creazione di uno Stato islamico in Nigeria, ha da parte sua rivendicato l'azione terroristica.

Il fatto che le chiese siano state prese di mira proprio il giorno di Natale, fa temere a molti analisti, nuove rappresaglie fra musulmani e cristiani in un Paese teatro da anni di scontri interreligiosi fra le due comunita'.

Con circa 160 milioni di persone, la Nigeria è il Paese più popolato dell'Africa, 'diviso' tra un nord musulmano e un sud cristiano. Solo ieri il presidente Goodluck Jonathan ha incontrato un alto responsabile musulmano del Paese che ha tentato di rassicurare la popolazione. Un appello ai cristiani a non vendicarsi è arrivato dal consigliere nazionale per la sicurezza Owoye Azazi.

I dirigenti delle chiese pentecostali della Nigeria hanno intanto avvertito che i loro fedeli si difenderanno da soli se le autorità non li proteggeranno contro una nuova ondata di violenze. ''Non stiamo incoraggiando a imbracciare le armi, ma stiamo chiedendo ai nostri fedeli di difendersi con i mezzi a loro disposizione, nei limiti della legge'', ha spiegato Wale Adefarasin, segretario nazionale della coalizione, 'Pentecostal Fellowship of Nigeria', che conterebbe milioni di membri.

Restano ancora da chiarire infine le circostanze che hanno portato alla morte di tre persone, una bimba di tre anni e i suoi genitori, uccisi nei pressi della citta' di Jos. I tre sono stati assaliti nella notte mentre dormivano, da un gruppo di uomini che sembrerebbe far parte dell'etnia Fulani. Un episodio di violenza avvenuto nel cuore del Paese, alla 'frontiera' fra il nord e il sud, teatro negli ultimi mesi di violenze intercomunitarie per il possesso della terra e per antiche rivalità interetniche.

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