Egitto, 4 morti in attacco a chiesa Copta del Cairo: migliaia ai funerali

Egitto, 4 morti in attacco a chiesa Copta del Cairo
Soldati egiziani (Ansa)

IL CAIRO  – Riesplode la violenza religiosa al Cairo dove una chiesa copta è stata attaccata per la prima volta dopo la caduta del presidente dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi, il 3 luglio.

All’uscita di un matrimonio i fedeli della chiesa della vergine Maria nel quartiere popolare di el Waraq sono stati presi di mira a colpi di arma da fuoco da uomini a bordo di una motocicletta. Sul selciato sono rimaste tre vittime, fra le quali una bimba di otto anni, raggiunta da almeno tredici colpi, ha detto il medico legale. In mattinata è deceduta anche una quarta vittima.

Il coro di condanne è stato unanime, dalle massime autorità  religiose musulmane al partito dei Fratelli musulmani, ma gli attivisti e la comunita’ copta, che conta circa dieci milioni di fedeli, accusano il governo di non avere fatto abbastanza per assicurarne la protezione. In serata in migliaia hanno partecipato ai funerali, chiedendo giustizia. “Noi i copti paghiamo il prezzo della destituzione di Morsi – hanno detto – Siamo presi di mira e non ci sentiamo più sicuri da nessuna parte”. Episodi di violenze, assalti e incendi avevano colpito le comunita’ copte soprattutto nell’alto Egitto, dopo la caduta di Morsi e in particolare dopo lo sgombero con la forza delle piazze che sostenevano l’ex presidente.

Oltre 30 chiese, 122 negozi, 51 abitazioni appartenenti a copti vennero assaltate a metà agosto, secondo un rapporto di una ong egiziana. A settembre le forze dell’ordine avevano avviato una mega operazione a Degla, sempre nell’alto Egitto, per individuare gli autori degli attacchi alle proprietà  cristiane. Ma questo nuovo attacco al Cairo riapre la questione della difficile convivenza con la comunità copta, obiettivo, spesso anche sotto il regime di Hosni Mubarak, di attacchi sanguinosi, come quello della notte di Capodanno del 2011 in una chiesa di Alessandria, nel quale persero la vita oltre venti persone. “Non sono solo i copti ad essere nel mirino ma l’Egitto intero” ha detto Guirguis, un ventenne abitante del quartiere dell’assalto, che ha definito l’attacco “vigliacco”.

“Qui siamo di fronte ad una disfatta della sicurezza – ha attaccato ancora – gli attacchi si ripetono e in nessun caso il ministero dell’Interno riesce ad individuare i colpevoli”. Proprio il premier Hazel el Beblawi ed il titolare gli Interni Mohamed Ibrahim sono l’obiettivo degli attivisti copti. Naguib Gobrail, avvocato dei diritti umani, ne chiede le dimissioni. Il movimento dei giovani di Maspero, composto in gran parte di giovani copti e nato in seguito ai sanguinosi scontri dell’ottobre 2011 nei quali persero la vita una trentina di manifestanti cristiani, ha convocato per martedì 22 ottobre una manifestazione davanti alla sede del governo, per chiedere che Ibrahim venga processato.

Dopo l’attentato, migliaia di persone hanno partecipato ai funerali dei quattro copti, fra cui due bambine, uccisi. Un gruppo di preti – nella Chiesa della Vergine teatro del massacro – ha portato delle enormi croci. Intorno ai religiosi, una folla di persone ha giurato di “difendere la croce” e ha scandito slogan chiedendo giustizia. Diversi poliziotti sono stati dispiegati all’esterno del luogo di culto che si trova nel quartiere popolare di Al-Warrak alla periferia nord del Cairo. “E’ ingiusto che dei cristiani siano stati uccisi nella casa di Dio”, ha detto Eid Fayez, 42 anni.

 

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