Sono ancora una minaccia gli hacker che hanno raccolto informazioni personali sugli utenti americani di iPad attraverso una falla di sicurezza nel sito web dell’operatore mobile At&t. Secondo alcuni esperti informatici ascoltati dal Wall Street Journal, il pericolo non risiede solo negli indirizzi e-mail rubati su cui finora si è concentrata l’attenzione, ma anche in un codice chiamato Icc-id, punto di partenza per stabilire la posizione geografica degli utenti carpire dati sensibili.
L’Icc-id è il codice seriale della Sim card. Partendo da questa sequenza di numeri gli hacker possono risalire a un altro codice, l’Imsi, che identifica gli abbonati nei database della compagnia telefonica. Da qui, con la complicità di qualcuno che ha accesso alle reti telefoniche, si può accedere alle informazioni contenute nei database, come nome, indirizzo, numero di telefono e l’ultima posizione geografica rilevata dalla rete. Secondo Lee Reiber, ex esaminatore forense di cellulari per la polizia, gli Imsi sono un dato critico.
Infatti aiutano le forze dell’ordine a identificare i sospettati, e possono essere usati per scoprire il luogo in cui sono e per ascoltare le loro telefonate. L’unica soluzione sembra essere la sostituzione della carta Sim per gli oltre centomila utenti interessati dal furto di dati, tra cui figurano membri di alto profilo del governo e delle forze armate. L’amministratore delegato di At&t, Randall Stephenson, ha già assicurato la disponibilita’ a dare una nuova Sim card agli utenti che ne faranno richiesta.