KIEV – La Russia “ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”: lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk. Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio Paese”, ha detto il premier. “Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall’Ucraina”, ha aggiunto.
Il premier ucraino ha poi affermato che la Russia “non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l’aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese”.
Il Consiglio di Sicurezza Nazionale intanto, dopo l’escalation cominciata ieri ha deciso di richiamare in servizio tutti i riservisti dell’esercito: “Il ministero della Difesa deve richiamare in tutta l’Ucraina tutti coloro di cui le sue Forze Armate hanno bisogno in questo momento”, ha detto il responsabile del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Andrii Paroubii. Questa misura permetterà, ha aggiunto, “di assicurare la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina” dopo la ”violazione da parte della Russia degli accordi bilaterali, in particolare riguardanti la flotta del Mar Nero”.
Le autorità di Kiev hanno chiuso lo spazio aereo ucraino ai velivoli militari. La risoluzione è stata firmata dal presidente ad interim Aleksandr Turcinov, secondo cui “lo spazio aereo ucraino resterà aperto solo per gli aerei civili”. Anche una decina di navi da guerra della flotta ucraina del Mar Nero ha lasciato Sebastopoli volontariamente.
Sabato sera il premier ucraino, Arseni Iatseniuk (in carica da pochi giorni) aveva già minacciato la guerra dopo la decisione del Parlamento russo di accettare l’intervento armato chiesto da Putin. Il Parlamento ucraino oggi ha approvato con 300 voti a favore una richiesta indirizzata al presidente russo Vladimir Putin affinché ritiri le truppe russe nel territorio ucraino.
“La Rada – si legge nel testo – insiste per il rispetto rigoroso degli accordi per la presenza della flotta russa del Mar Nero e chiede che le truppe russe si ritirino immediatamente nei luoghi loro riservati. Qualsiasi spostamento di mezzi militari russi – prosegue il documento – può avvenire solo con il consenso degli organi competenti ucraini”.
JOHN KERRY: “LA RUSSIA RISCHIA IL SUO POSTO NEL G8” – Gli Stati Uniti intanto, anche per le pressioni dei repubblicani su Obama , hanno dichiarato tramite il Segretario di Stato americano, John Kerry, che la Russia rischia il suo posto all’interno del G8. Kerry, rilasciando diverse interviste ai maggiori canali tv americani, ha spiegato che “l’incursione militare russa in Ucraina è ”un incredibile atto di aggressione”. Vladimir Putin, sottolinea Kerry, ha fatto “un’assordante scelta del tutto volontaria” per invadere un altro Paese. Kerry osserva che la Russia deve rispettare il processo democratico attraverso il quale il popolo ucraino ha spodestato il presidente filo-russo e messo insieme un nuovo governo.
Kerry ha aggiunto: “L’invasione russa in Crimea potrebbe avere gravissime conseguenze come la messa al bando ai visti, il congelamento dei beni e isolamento commerciale. Pur ricordando che la Nato è “profondamente preoccupata dalla situazione”, Kerry sottolinea che “l’ultima cosa che gli Usa vogliono è un’azione militare”.
“Proteggeremo i nostri interessi” aveva detto Putin, al telefono con Obama per 90 minuti. E il presidente americano aveva avvertito “Le forze armate russe tornino nelle basi. Gli Usa fuori dalle riunioni sul G8″.
GERMANIA SCETTICA SULL’ESCLUSIONE DI MOSCA DAL G8 – Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, siè dichiarato scettico sull’eventuale esclusione della Russia dal G8, ventilata dagli Usa, dicendosi invece a favore di una distensione della situazione in Ucraina. Lo riferisce la tv tedesca ARD.
“Il format del G8 è il solo dove noi occidentali parliamo direttamente con la Russia. Dovremmo davvero sacrificare quel format?”, ha detto Steinmeier, durante un’intervista alla tv pubblica tedesca ARD. “I capi di governo discuteranno tra loro questa settimana. C’e’ una discussione a proposito di questa questione”, ha proseguito Steinmeier. “Credo che dovremmo vedere come contribuire a una distensione della situazione in Ucraina”, ha poi concluso, sostenendo che non bisogna aggravare la situazione.
Oltre agli Stati Uniti, anche la Francia e la Gran Bretagna hanno deciso di ”sospendere” la loro partecipazione alle riunioni in vista del G8 di Sochi a giugno, a causa dell’escalation militare russa in Ucraina.
L’APPELLO ALLA RUSSIA DAL GOVERNO ITALIANO – Si è svolta a Palazzo Chigi una riunione sulla situazione in Ucraina presieduta dal premer Matteo Renzi, alla presenza del ministro degli Esteri Federica Mogherini, del ministro della difesa Roberta Pinotti, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti e del direttore del Dis Giampiero Massolo.
“Il presidente del Consiglio – si legge nella nota – che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Francois Hollande, segue con estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea, in stretto contatto con i partner europei ed internazionali. Il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili. A tal fine l’Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso, il governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze”.
L’APPELLO DEL PAPA – L’Ucraina, ha detto il Papa, “sta vivendo una situazione delicata.Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello: sostenga ogni iniziativa per dialogo e concordia”.
L’ASSEDIO IN CRIMEA – Un blogger ucraino, Serghiei Ianshin, ex ufficiale, ha reso noto che la 36/ma brigata dell’esercito ucraino dislocata alle porte di Sinferopoli è stata bloccata da reparti speciali dei militari russi che hanno lanciato un ultimatum: deporre le armi e garantire l’accesso alla caserma per evitare l’attacco. Lo rende noto l’agenzia ucraina Unian.
Il blogger sostiene di esser stato incaricato dal comandante della brigata di divulgare la notizia. Secondo Unian, anche una
caserma di un battaglione di marine ucraini a Teodosia, sempre in Crimea, è stato bloccato, questa volta da cosacchi e uomini armati che si presentano come forze autodifesa: analogo l’ultimatum intimato.
Un migliaio di uomini armati ha bloccato l’ingresso in Crimea di un’unità della guardia costiera ucraina per costringere i militari di Kiev ad arrendersi. Lo ha riferito il ministero della Difesa ucraino. “La 36esima brigata della guardia costiera a Prevalne é bloccata da un migliaio di uomini armati e da una ventina di camion. C’é il rischio di un assalto”, ha indicato il ministero senza precisa l’identità degli uomini armati.
Giornalisti e fotografi di Associated Press affermano infine, che centinaia di uomini armati non identificati sono arrivati fuori da una base dell’esercito dell’Ucraina, a Privolnoye in Crimea (GUARDA LE FOTO A SEGUIRE) . Il convoglio include almeno 13 veicoli, ciascuno dei quali trasporta 30 soldati, e quattro veicoli blindati con a bordo mitragliatrici. I mezzi, che hanno targhe russe, hanno circondato la base e impediscono ai soldati ucraini di entrare o uscire. I militari ucraini hanno posizionato un carro armato al cancello.
(Ap/LaPresse)
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