Asia Argento intervista, altra accusa a Weinstein: circonvenzione di incapace

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Asia Argento intervista, altra accusa a Weinstein: circonvenzione di incapace

ROMA – Asia Argento intervista, pubblicata su La Stampa di domenica. Quasi due pagine intere di accorato racconto cui viene dato il titolo “E’ un orco, mi ha mangiata. La cosa più sconvolgente? I tanti attacchi dalle donne”. Di queste donne Asia Argento non fa mai nomi ma sono il suo cruccio maggiore, qui e ora: “Guardi cosa stanno facendo in Italia a noi vittime” dice infatti a Gianmaria Tammaro che appunto l’intervista.

Asia Argento, senza alcun dubbio e come da tempo usa dire la vittima, senza se e senza ma. La vittima di Harvey Weinstein il produttore cinematografico che alle attrici proponeva e dalle attrici pretendeva pedaggio. Il corpo delle attrici come pizzo da pagare se volevano fare le attrici. Asia Argento una delle vittime. Né vale a scolorare la sua condizione di vittima il fatto, ammesso della stessa Argento, di aver detto sì “per la carriera, anche per la carriera”. Non solo Asia Argento e Hollywood, ovunque sul pianeta una donna sia chiamata a offrire il suo corpo ad un maschio come pedaggio per la carriera o il lavoro, ovunque questa donna è vittima. Punto, stop, senza se e senza ma.

C’è comunque qualcosa in più nell’intervista racconto di Asia Argento, qualcosa che non è stato rilevato pur essendo macroscopico: se il racconto della vittima è puntuale e preciso, allora ne discende e consegue per Weinstein una nuova inevitabile accusa, quella della circonvenzione di incapace.

Asia Argento racconta: “Avevo 21 anni quando è successo, era il 1997…”. Racconta poi ancora: “Alcuni mesi dopo lo incontrai in una camera d’albergo, in un salottino, c’era una sua assistente che poi andò via e successe la stessa cosa, mi fu di nuovo addosso, mi ero fidata una volta di troppo”. Una volta di troppo? Una?

Una donna resta vittima di un maschio predatore. Mesi dopo lo incontra in una camera d’albergo? Questa donna ha molta confusione in testa. E quando il predatore si ripete questa donna si rammarica di essersi fidata. Fidata dopo quello che era successo con lo stesso uomo mesi prima? Questa donna sembra con tutta evidenza a tener fede al suo racconto non del tutto in grado di intendere e volere.

Impressione che trova indizi e conferme sparsi per tutta l’intervista (“mi sono sentita colpevole di non essere scappata via, di non aver avuto la forza di dire no” e subito dopo “mi sono opposta dieci, cento mille volte a Harvey Weinstein). Soprattutto trova conferma nei tweet del giorno dopo sempre di Asia Argento.

Vi si legge che “un regista attore italiano tirò fuori il suo p…nella roulotte dove si discuteva il personaggio”.

Vi si legge che un altro regista americano stavolta diede a lei la droga dello stupro e quindi fece il suo sporco comodo su di lei mentre lei era incosciente.

L’impressione è quella di una donna vittima, che da questa sua condizione di vittima legge e organizza tutto il mondo. Da vittima di un maschio predatore organizza tutti i suoi ricordi ed esperienze sotto forma di agguati subiti da maschi predatori, più o meno tutti. E da vittima continua a rivivere in eterno e in circolo l’offesa e la ferita subite. Vittima senza se e senza ma Asia Argento. Eroina però no, tanto meno maestra di vita e di pensiero. I maschi predatori le hanno travolto e distorto entrambe le cose, la vita e il pensiero.

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