Attacco alla petroliera Star, rivendicazione del kamikaze suicida registrata su pc

Una foto diffusa sul web conferma la responsabilità di Al Qaida circa l’attentato alla M. Star, la petroliera giapponese attaccata una decina di giorni fa nei pressi dello Stretto di Hormuz, nelle acque del Golfo, tra gli Emirati Arabi e l’Oman.

Nell’immagine si vede un uomo, poi identificato come il terrorista suicida Ayyub al-Taisan, che indica su un computer l’immagine della petroliera. Il giovane faceva parte delle Brigate Abdullah Azzam, considerate molto vicine ad Al Qaida. La M. Star, un tanker da oltre 160 mila tonnellate di stazza e con a bordo più di due milioni di barili di greggio proveniente dai pozzi del Qatar e di Abu Dhabi, era stata danneggiata da un’esplosione il 28 luglio scorso a poche decine di miglia dall’imbocco dello stretto di Hormuz, lungo un corridoio percorso dal 40% dei trasporti di petrolio via mare e pattugliato da navi militari americane.

Le Brigate Azzam, che hanno rivendicato l’attentato, sono un gruppo misterioso. In passato hanno agito nel Sinai, ma non è chiara la loro matrice: si è ipotizzato che il nucleo sia composto da egiziani, da militanti provenienti dal Golfo e yemeniti. Da oltre un anno, nei forum jihadisti si discute sulla necessità di riaprire il fronte marittimo con azioni nell’Oceano Indiano e in Mar Rosso.

A spingere per incursioni navali affidate a kamikaze è Al Qaeda nella penisola arabica, fazione con base nello Yemen e in Arabia Saudita. Questa stessa cellula ha attaccato nel 2000 la nave americana Cole (17 le vittime) e due anni dopo la petroliera francese Limburg (1 morto). L’episodio della Star conferma la presenza di una cellula in una regione sensibile quale è lo Stretto di Hormuz. Ed è probabile che nelle prossime settimane i terroristi riproveranno a lanciare attacchi.

Magari rendendo più efficaci i loro barchini, poiché quello impiegato contro la superpetroliera ha di fatto fallito la missione. Secondo gli esperti l’esplosivo non era molto potente oppure l’ordigno non ha funzionato. Tanto che inizialmente si è sostenuto – con un po’ di azzardo – che la nave fosse stata centrata da un’onda anomala. Anche in occasione del complotto del “Cole” i qaedisti avevano avuto problemi. Un primo tentativo effettuato contro la nave “The Sullivans” (gennaio 2000) era fallito a causa del naufragio del gommone su cui era stata sistemata una potente carica.

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