Attacco alla zona verde di Kabul: 17 morti e 17 feriti

KABUL – L’attacco portato ieri da un commando talebano alla ‘zona verde’ di sicurezza di Kabul ha causato nel complesso 17 morti e 17 feriti. Lo ha reso noto oggi il ministero dell’Interno.

In dichiarazioni alla stampa, il portavoce ministeriale Sidiq Siddiqi, ha precisato che quattro civili e quattro agenti di polizia hanno perso la vita nelle diverse azioni degli attaccanti.

Questi ultimi hanno perso nove uomini, sei che si trovavano nell’edificio in costruzione in cui si erano trincerati, e tre che si sono fatti saltare in aria nel pomeriggio di ieri.

Si e’ trattato del terzo importante attacco a Kabul dalla fine di giugno, una situazione che secondo gli analisti locali solleva dubbi sulla capacita’ di esercito e polizia afghani di garantire la sicurezza dei cittadini durante la fase di transizione che terminera’ nel 2014.

Le forze di sicurezza afghane hanno avuto bisogno di ben 20 ore per mettere fine oggi ad un attacco sferrato contro la ‘zona verde’ di sicurezza di Kabul dai talebani che hanno preso di mira, fra altri obiettivi, anche l’ambasciata Usa, il quartier generale della Nato e la sede dei servizi di intelligence afghani.

Si e’ trattato della terza emergenza terroristica subita dalla capitale afghana in tre mesi, dopo quella contro l’Hotel Intercontinental di giugno, e l’altra che ha investito il British Council in agosto.    Dopo una pausa notturna, ha detto all’ANSA il portavoce del ministero dell’Interno Sidiq Siddiqi, ”le forze di sicurezza hanno avviato alle 6 l’offensiva decisiva, uccidendo gli ultimi dei sei talebani che si erano rifugiati nell’edificio” in costruzione, di proprieta’ americana, sulla piazza Abdul Haq.

Il buon fine dell’operazione e’ stato elogiato dalle autorita’ americane che hanno voluto sdrammatizzare la portata dell’attacco. In una intervista ai media presenti a Kabul, l’ambasciatore Rayan Crocker ha detto oggi che a suo avviso ”si e’ trattato piu’ di una molestia che di un attacco diretto” agli interessi degli Stati Uniti. Inoltre, dopo aver precisato che ”sei o sette” proiettili sono caduti nel recinto dell’ambasciata, Crocker ha ripreso una ipotesi avanzata ieri dalla polizia afghana, e cioe’ che nonostante la chiara rivendicazione dei talebani del Mullah Omar, dietro al commando e ai kamikaze di Kabul vi siano i ‘duri’ della cosiddetta Rete Haqqani.

”Le indicazioni di cui disponiamo – ha spiegato – ci dicono che questi attaccanti, come quelli che hanno fatto esplodere un camion-bomba davanti ad una base militare avanzata Usa nella provincia di Maidan Wardak, sono parte della Rete Haqqani che gode di basi sicure nel Waziristan settentrionale pachistano”.

Le autorita’ afghane hanno fornito il bilancio delle vittime senza particolare precisione, e solo oggi il portavoce del ministero dell’Interno, Sidiq Siddiqi, ha fornito un quadro complessivo di 17 morti e 17 feriti. ”Quattro civili e quattro agenti di polizia – ha detto – sono deceduti nelle diverse azioni degli attaccanti. Questi ultimi, poi, hanno perso nove uomini: sei che si trovavano nell’edificio in costruzione in cui si erano trincerati, e tre che si sono fatti saltare in aria nel pomeriggio di ieri”.

I media e gli analisti si domandano se questa nuova azione vada giudicata come una dimostrazione di scarsa efficacia delle forze di sicurezza afghane e soprattutto come un potenziale pericolo per il processo, cominciato in luglio, di trasferimento delle responsabilita’ della tutela del territorio a esercito e polizia afghani entro il 2014.

Ai dubbi hanno risposto il presidente Hamid Karzai, il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che hanno elogiato l’azione di soldati e agenti afghani nell’attacco. ”Nessuno potra’ fermare la transizione – ha detto Karzai – e l’offensiva ha rafforzato la determinazione del popolo ad assumersi la responsabilita’ dei problemi del paese”.

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