NEW YORK – Tentata strage a Times Square, nel cuore di Manhattan a New York. Un tubo bomba è stato fatto esplodete alla stazione degli autobus di Port Authority. Per fortuna qualcosa è andato storto perché il responsabile, Akayed Ullah, un 27enne di Brooklyn originario del Bangladesh e “ispirato dall’Isis”, è stato subito fermato dalla polizia. Aveva indosso un giubbotto esplosivo con un potenziale distruttivo molto più alto.
“Ho agito per vendetta”: questo avrebbe detto agli investigatori dell’Fbi. E ancora: “Hanno bombardato il mio Paese e volevo fare del male qui”. Ullah, secondo le prime ricostruzioni, è stato un autista di auto a noleggio fino al marzo 2015, quando la licenza risalente al marzo 2012 è scaduta.Lo riportano i media dopo che la New York Taxi and Limousine Commission ha escluso che Ullah – come emerso in un primo momento – sia stato un tassista. Anche Uber ha escluso che Ullah abbia lavorato per l’azienda. Attualmente lavorerebbe presso una azienda che si occupa di materiale elettrico, e proprio qui avrebbe costruito l’ordigno.
Alla fine il bilancio dell’attentato è di quattro feriti, tra i quali proprio l’attentatore. Nessuno rischia di perdere la vita ma poteva essere una strage visto che al Port Authority Bus Terminal transitano ogni giorno 230.000 persone.
Tre linee della metropolitana – la A, la C e la E, enormi arterie di traffico in città — sono state sfollate. La Casa Bianca ha reso noto che il presidente, Donald Trump, è già stato informato.
L’attentato di ottobre. Il 31 ottobre scorso la città è stata colpita da un attentato, poi rivendicato da Isis: un uomo ha travolto con un camion dei passanti su una pista ciclabile, facendo otto vittime.