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Salah vivo e in fuga. Avvistato a Bruxelles, nuova identità

di Daniela Lauria |20 Novembre 2015 9:03

Salah-Yassine

PARIGI – E’ ancora caccia al super-ricercato Salah Abdeslam, l’unico terrorista latitante della cellula Isis autrice degli attentati di Parigi. Ieri alcuni dispacci di agenzia, non confermati, lo davano per morto nel blitz delle forze speciali francesi a Saint Denis, alla periferia di Parigi, quello in cui è stato ucciso Abdelhamid Abaaoud, considerato la mente delle stragi del 13 novembre. E invece Salah è ancora vivo e in fuga: lo hanno avvistato ad Anderlecht, a circa 5 km da Bruxelles.

La polizia francese ha diffuso alle forze dell’ordine di altri Paesi europei una sua nuova foto con occhiali e cappellino: secondo gli investigatori ora si fa chiamare Yassine Baghli. Mentre il quotidiano britannico Daily Mail Salah-Yassine si starebbe nascondendo non solo dalla polizia ma anche dai jihadisti dell’Isis che “sarebbero furiosi perché ha fallito la sua missione”.

Tutti gli agenti sono mobilitati da giovedì sera nei pressi dell’Université Libre de Bruxelles che, su direttiva della polizia, ha deciso di annullare i festeggiamenti per la nascita del fondatore e ha chiuso sale e circoli studenteschi. I tre campus che compongono l’università, Solbosch, Plaine (nel comune di Ixelles) ed Erasme, che si trova ad Anderlecht sono frequentati da circa 20mila studenti.

La polizia belga sta intanto controllato tutti i luoghi di ritrovo sia ad Anderlecht che a Bruxelles. Mentre la stampa parla di una pista dei locali gay: alla fine di ottobre Salah sarebbe infatti stato visto in diversi locali gay della capitale belga. Il quotidiano La Libre lo da per certo: già da lunedì 16 novembre la polizia ha iniziato a sentire i titolari di alcuni bar, in seguito alla notizia secondo la quale diversi avventori di quei bar avevano riconosciuto il super-latitante.

Cosa ci facesse in quei bar non è chiaro. La prima ipotesi è che Salah frequentasse quei locali per rubare documenti di identità e passaporti. A quanto sembra, questi luoghi sarebbero spesso presi di mira dai borseggiatori e secondo il quotidiano belga, dietro vi sarebbe un traffico di documenti definito “importante”. La seconda, più inquietante, è che Salah progettasse un attentato in quello che riteneva essere un “covo di infedeli”, altamente “immorale”.

 

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