Attentato Boston, il maratoneta di Rho: “Mi hanno fermato, poi ho il visto fumo”

ROMA – La sua maratona di Boston è finita un chilometro prima del maledetto traguardo. Senza che nessuno, almeno in un primo momento, gli dicesse perché. Paolo Nava, impiegato di Rho, nel milanese, nel gruppo con ‘Born2Run’, per sua fortuna era lontano dal luogo delle esplosioni.

Così, Nava, racconta quei momenti: ”Siamo stati fermati dalla polizia a un chilometro dall’arrivo più o meno tre quarti d’ora le esplosioni all’inizio nessuno ci ha detto nulla di cosa era accaduto, solo che la corsa era finita, pensavo che qualcuno più  avanti si fosse sentito male. Io sono uno che se la prende calma – dice all’Ansa – ci metto cinque ore per fare una maratona. Ne faccio una all’anno e era la prima volta che mi cimentavo in quella di Boston. Hanno rovinato tutto. Ora qui c’è un clima surreale”.

”Eravamo ancora in tanti, circa seimila e siamo stati veicolati verso due strade parallele al traguardo – prosegue Nava – Quando abbiamo cominciato a vedere il fumo e a sentire le sirene abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Ma mai avrei immaginato ad un attentato”.

”Fino a quel momento era stata una maratona meravigliosa – prosegue – con la gente ad incitarti dal primo all’ultimo chilometro. C’era tantissima gente, tantissimi bambini e ora invece c’e’ un silenzio irreale, polizia ovunque anche in albergo e controlli a tappeto. Hanno rovinato tutto”.

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