Attentato Istanbul, arrestata una donna legata ad Isis

ISTANBUL – Poco più di 24 ore dopo l‘attentato terrorista del centro di Istanbul costato la vita a 12 turisti stranieri, tra cui dieci tedeschi, un norvegese ed un peruviano, c’è un arresto. Si tratta, secondo quanto scrive la stampa locale, di una donna con legami con il cosiddetto Stato Islamico.

L’arresto si va ad aggiungere al fermo di tre cittadini russi, accusati di avere legami con gruppi terroristici stranieri. Uno di loro, in particolare, sarebbe stato inserito in passato sia nella lista dei ricercati russi che in quella dei ricercati internazionali. Questo mentre uno dei giornali filo-governativi, Star, usciva nelle edicole con un fotomontaggio che mostrava il presidente russo, Vladimir Putin, con le mani coperte di sangue, come per indicarlo quale il possibile mandante della strage di martedì 12 gennaio.

Putin e il suo omologo russo, Recep Tayyip Erdogan, sono ai ferri corti da quando, il 23 novembre 2015, l’aviazione turca ha abbattuto un caccia russo che volava al confine tra Siria e Turchia e che Ankara ha accusato di aver sconfinato.

 

In Siria, del resto, la Russia è stata la prima potenza occidentale a combattere attivamente contro i terroristi del cosiddetto Isis, ma non ha lesinato aiuti al suo noto e discusso alleato Bashar al Assad. Alla Siria riconduce anche il kamikaze che si è fatto saltare in aria il 12 gennaio in piazza Sultanahmet: secondo le poche informazioni rilasciate dal governo turco, infatti, si tratterebbe di un giovane di 28 anni nato in Arabia Saudita ma con passaporto siriano.

Il giovane, Nabil Fadli, avrebbe chiesto asilo in Turchia il 5 gennaio scorso, una settimana prima dell’attacco, presentando la domanda di asilo all’ufficio dell’immigrazione di Zeytinburnu, a Istanbul, in compagnia di altri quattro uomini.

Nei giorni successivi Fadli, appena entrato in Turchia dalla Siria, sarebbe rimasto all’indirizzo di residenza dichiarato di Istanbul.

 

(Foto Lapresse)

 

 

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