Attentato San Pietroburgo: kamikaze a sua insaputa? Doveva solo piazzare gli ordigni

Attentato San Pietroburgo: kamikaze a sua insaputa? Doveva solo piazzare gli ordigni
Attentato San Pietroburgo: kamikaze a sua insaputa? Doveva solo piazzare gli ordigni

ROMA – Attentato San Pietroburgo: kamikaze a sua insaputa? Doveva solo piazzare gli ordigni. Gli investigatori stanno esaminando la versione secondo cui Akbarzhon Jalilov, il presunto autore dell’attentato alla metro di San Pietroburgo, non intendeva farsi esplodere ma al contrario è stato ridotto a bomba ambulante dai suoi complici, “kamikaze a sua insaputa”. Lo riporta Interfax che cita una fonte vicina alle indagini. “Molti indizi indicano che avrebbe dovuto solo piazzare gli ordigni, innescati poi da una telefonata”, ha detto la fonte.

“Ci sono molti indizi a favore della versione che il presunto kamikaze probabilmente non intendeva farsi esplodere ma avrebbe dovuto invece piazzare le bombe in due luoghi della metro e poi fuggire. Ma i suoi complici hanno preso un’altra decisione e lo hanno usato a sua insaputa”, ha detto la fonte.

Il piano dei criminali prevedeva che Jalilov piazzasse una bomba alla stazione che sarebbe poi dovuta esplodere dopo quella del vagone. L’idea era che dopo l’esplosione nel treno i passeggeri sarebbero sprofondati nel panico e questo avrebbe “aumento” il numero delle vittime. Le indagini preliminari non danno indicazioni agli investigatori che Jalilov fosse un “kamikaze classico”.

“Il suo comportamento, nonché il fatto che fosse stato radicalizzato da poco, non rientra nello scenario dell’attentatore suicida, questa categoria di persone, infatti, viene preparata appositamente e a lungo. Non è dunque da escludere che il suo compito fosse quello di preparare le bombe artigianali e di piazzarle nei luoghi convenuti: gli ordigni sarebbero poi dovuti essere attivati a distanza con una telefonata di cellulare”, ha concluso la fonte.

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