Il killer cannibale telefona dal carcere ai genitori Il killer cannibale telefona dal carcere ai genitori

Austin Harouff, il killer cannibale telefona dal carcere ai genitori: “Voglio essere normale”

Il killer cannibale telefona dal carcere ai genitori
Il killer cannibale telefona centinaia di volte dal carcere ai genitori

MIAMI – Austin Harouff, il killer cannibale di Miami, dal carcere telefona centinaia di volte ai genitori e in lacrime afferma: “Voglio di nuovo essere un ragazzo normale”. L’ufficio del pubblico ministero della Contea di Martin, Florida, ha reso pubbliche più di 10 ore di registrazioni in cui l’ex studente della Florida State University oltre che piangere disperato, parla della sua noia, che vuole uno psichiatra e sente la mancanza di casa.

Harrouff è accusato di aver ucciso John Stevens III, 59 anni e Michelle Mishcon, 53 anni, nella loro casa a sud-est di Kokomo Lane, il 15 agosto. È stato trovato mentre mordeva il volto di Stevens, facendo pensare all’accusa che fosse strafatto di droga dei sali da bagno o flakka, detta anche “droga del cannibale”.

Successivamente il 20enne ha detto di non aver assunto droghe quella notte ma da alcuni documenti legali emerge che aveva fumato marijuana e bevuto alcool.  L’avvocato di Harrouff sostiene che il cliente sta lottando con una grave malattia mentale e a tempo debito ne parlerà al processo. Le telefonate dalla prigione della Contea di Martin, mostrano un drammatico cambiamento dai primi giorni di detenzione. Piange costantemente, si lamenta che è annoiato e vuole tornare a casa mentre in altre parla con voce monotona, risponde a monosillabi e ripete più volte la stessa parola. Spesso, nei momenti più imbarazzanti di una conversazione, ride brevemente o emette suoni strani e incomprensibili.

Non è noto se in questo momento Harouff riceva cure in prigione ma, all’inizio della detenzione aveva detto ai genitori che gli davano sonniferi e antidepressivi.

Gestione cookie