Australia. Day after a Sydney, lodato eroismo ostaggi morti

L'assedio della polizia al caffè Lindt
L’assedio della polizia al caffè Lindt

AUSTRALIA, SYDNEY – Rimasta per tanto tempo al riparo da attacchi terroristici sul suo suolo, l’Australia il è sotto shock dopo il tragico epilogo del sequestro di 17 ostaggi prolungatosi per 16 ore, fino alle 2 di notte, nell’elegante Lindt Cafe nel cuore di Sydney.

E martedi, il day after, il Paese piange i due ostaggi rimasti uccisi da eroi, per proteggere gli altri prigionieri dell’iraniano di confessione sunnita rimasto ucciso anch’egli nel blitz della polizia. Intanto, però, scoppia la polemica su possibili “falle” alla sicurezza.

Il manager del Lindt Cafe, Tori Johnson di 34 anni, e una cliente, l’avvocato Katrina Dawson di 38, madre di tre figli, sono morti durante l’incursione, scattata dopo spari dall’interno durante un tentativo di fuga.

Le forze dell’ordine non hanno specificato se i due siano stati uccisi dal sequestratore o colpiti nel fuoco incrociato, ma secondo notizie non confermate Johnson stava tentando di disarmare l’uomo, mentre la Dawson cercava di proteggere un’amica incinta, e un colpo è partito. E’ la versione abbracciata anche dall’arcivescovo di Sydney Anthony Fisher, durante una cerimonia celebrata nella vicina cattedrale cattolica di St. Mary’s, in cui ha elogiato l'”eroismo” delle due vittime.

In tutto lo stato del Nuovo Galles del Sud, di cui Sydney è capitale, le bandiere sono calate a mezz’asta. Gli australiani hanno appreso solo al risveglio la tragica conclusione dell’assedio. Moltissimi si sono ritrovati a Martin Place, il grande spazio pedonale nel centro della metropoli che comprende tra l’altro le poste centrali, il monumento ai caduti, un anfiteatro all’aperto e edifici fra i più prestigiosi, dalla Reserve Bank al canale Seven della TV, dalle le cui vetrate si poteva osservare il caffè Lindt sul lato opposto. Davanti al caff� una montagna di fiori. Estranei uniti nel lutto si guardano e si abbracciano, molti in lacrime.

Numerosi fra la folla esponenti delle comunità musulmane, allarmati per l’uso di messaggi religiosi da parte di violenti criminali per “agende politiche deviate”. Fra questi il gran muftì d’Australia Ibrahim Abu Mohammad del Consiglio nazionale degli imam che – ha detto – “condanno inequivocabilmente questi atti criminali che sono totalmente contrari all’Islam”.

A Martin Place si è recato anche il primo ministro Tony Abbott con la famiglia. “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con i familiari dei due ostaggi uccisi, dei feriti e degli altri ostaggi”, ha detto, e poi ha elogiato “il coraggio e il professionismo” della polizia e degli altri servizi di emergenza, che “hanno salvato molte vite”.

“Gli australiani possono essere rassicurati dalla maniera in cui le nostre agenzie di sicurezza hanno risposto a questa minaccia terroristica”, ha assicurato. “Nelle ultime 24 ore questa città è stata scossa da una tragedia che non avremmo mai potuto immaginare nella nostra città, ma i valori che tenevamo cari ieri, li teniamo ancora più cari oggi. Sono i valori di libertà, democrazia e armonia sociale”, ha detto il premier del Nuovo Galles del Sud, Mike Baird in una conferenza stampa di prima mattina, in cui ha riferito sugli eventi della notte.

L’assalitore, ucciso nel blitz, si chiamava Man Haron, 50 anni, iraniano di confessione sunnita profugo politico e autoproclamato predicatore. Era mentalmente instabile e in libertà su cauzione, con alle spalle incriminazioni per abusi sessuali e favoreggiamento del brutale omicidio della prima moglie, commesso dalla seconda moglie.

Per questo motivo, molti si domandano oggi come potesse essere a piede libero. Il ministro della giustizia del Nuovo-Galles del sud, Brad Hazzard, ha riconosciuto che questa circostanza solleva questioni serie. “Chiediamo ai servizi federali e dello Stato di verificare da vicino le ragioni per le quali il sequestratore e’ passato tra le maglie della rete”, ha dichiarato. “Siamo tutti scandalizzati che questo tipo fosse fuori”, ha rincarato il primo ministro dello stato Mike Baird. .

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