Australia: affonda barcone di immigrati, almeno 50 i morti

Pubblicato il 15 Dicembre 2010 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA

Un barcone di legno con a bordo decine di profughi, fra cui molte donne e bambini, è affondato mercoledì mattina nel mare in tempesta al largo del territorio australiano di Christmas Island, nell’Oceano indiano, fracassandosi contro gli scogli e spaccandosi in due. Hanno perso la vita almeno 50 persone.

Decine dunque i passeggeri annegati, mentre continuano freneticamente gli sforzi di salvataggio da parte di equipaggi della marina e dei servizi doganali e di residenti dell’isola, che sorge in posizione remota a sud dell’isola indonesiana di Giava e che ospita il maggiore centro australiano di detenzione di richiedenti asilo.

Testimoni hanno detto di essere stati svegliati dalle grida e di aver assistito impotenti mentre corpi esanimi e rottami venivano gettati contro le scogliere. Una serie di foto pubblicate sui siti dei giornali mostrano il barcone di circa 9 metri colpire gli scogli e spaccarsi e corpi sballottati dalle onde fra i rottami. Secondo i media locali, 41 persone sarebbero state salvate ma circa 30 sono ancora disperse.

”Un’imbarcazione di trafficanti di uomini si è infranta sugli scogli”, ha riferito il premier facente funzione Wayne Swan. ”Diverse persone sono state salvate, ma purtroppo sono stati anche recuperati dei corpi”. Non è noto quante persone fossero a bordo nè da dove provenissero, ha aggiunto Swan. Si ritiene tuttavia che si tratti principalmente di iracheni e iraniani. Le condizioni del mare sono così agitate che una nave della marina non ha potuto attraccare nell’isola per sbarcare richiedenti asilo prelevati da un’altra imbarcazione.

”Noi pensiamo, ma nonci sono conferme, che vi siano circa 50 morti e 33 feriti”, ha dichiarato alla France Presse Lesleigh Green, dei servizi di soccorso, aggiungendo che dovevano recuperare altre tre persone rimaste gravemente ferite. La tragedia e’ avvenuta sotto gli occhi degli abitanti di Christmas Island, dove si trova anche un grande centro di detenzione. Sull’isola ”ci sono shock e orrore” ha detto uno dei testimoni, Phillip Stewart.