MELBOURNE – Il parlamento australiano ha approvato una legge che consente di multare le aziende di social network fino al 10 per cento del loro fatturato annuale e di condannare i dirigenti fino a tre anni di carcere, se non rimuoveranno in tempi brevissimi i contenuti violenti condivisi sulle piattaforme, come il video in diretta della sparatoria nella moschea in Nuova Zelanda.
Il governo conservatore ha promosso la nuova legge in risposta agli attacchi del 15 marzo a Christchurch in cui su Facebook un suprematista bianco australiano ha trasmesso un video in diretta mentre sparava ai fedeli presenti in due moschee. Video rimosso dal social solo dopo 12 minuti dopo la sua conclusione.
I contenuti violenti riguardano atti di terrorismo, omicidio, tentato omicidio, tortura, stupro e rapimento. Gli oppositori sostengono che leggi più restrittive sulla comunicazione online potrebbero portare alla censura dei media e alla riduzione degli investimenti in Australia.
Il Digital Industry Group che rappresenta l’industria digitale in Australia, tra cui Facebook, Google e Twitter, ha affermato che eliminare contenuti violenti è un “problema molto complesso” che richiede la consultazione con una serie di esperti, cosa che il governo non ha fatto.
“E’ una legge concepita e approvata in cinque giorni senza alcuna significativa consultazione, non affronta il discorso dell’incitamento all’odio razziale che è alla base degli attacchi terroristici di Christchurch”, ha detto il CEO Sunita Bose. (Fonte: Daily Mail).