Australia vs Djokovic, giudice sospende l’espulsione. Ma il campione torna in stato di fermo

Colpi di scena a ripetizione nella vicenda di Novak Djokovic, il n.1 del tennis mondiale che ha avviato una battaglia con le autorità australiane dopo essere entrato nel Paese senza vaccino per partecipare agli Australian Open, chiedendo un’esenzione.

Australia vs Djokovic, annullato per la seconda volta il visto d’ingresso al tennista

Il ministro dell’immigrazione Hawke ha annullato per la seconda volta il visto d’ingresso al tennista, che gli era stato restituito da un tribunale dopo il primo ritiro.

I legali di Djokovic hanno fatto ricorso contro la conseguente espulsione (con cui rischierebbe un bando di tre anni dall’Australia), che è stata sospesa dalla giustizia australiana. Il governo ha accettato la decisione, ma ne ha chiesto il fermo da domani.

Il numero uno del tennis – ha precisato il suo avvocato, Stephen Lloyd – sarà trattenuto in detenzione con una sola eccezione: potrà partecipare alle udienze giudiziarie che lo riguardano, online dagli uffici dei suoi avvocati, con i funzionari della Border Force schierati sullo stesso piano dell’edificio.

Australia vs Djokovic, il visto è stato annullato per motivi di salute e ordine pubblico

Il ministro australiano dell’Immigrazione, Alex Hawke, ha precisato in una nota che la decisione di annullare il visto concesso a Novak Djokovic è stata presa “per motivi di salute e di ordine pubblico”.

La decisione implica che al giocatore serbo, che mirava al 21/o titolo di un Grande Slam, record agli Australian Open che iniziano lunedì, sarà vietato l’ingresso nel Paese per tre anni, tranne che in determinate circostanze.

L’annullamento del visto di Novak Djokovic – ha detto il primo ministro australiano Scott Morrison commentando la decisione – mira a proteggere il risultato dei “sacrifici” fatti dagli australiani durante la pandemia di Covid-19. “Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente vogliono che l’effetto di quei sacrifici sia tutelato”, ha affermato Morrison in una nota, riferendosi al caso del giocatore serbo.

Caso Djokovic, la prima reazione da Belgrado

La decisione di privare nuovamente Novak Djokovic del visto d’ingresso in Australia è scandalosa: a riferirlo in una prima reazione da Belgrado è stato Dragan Markovic Palma, leader del partito Serbia Unita e politico molto popolare nel Paese balcanico.

In dichiarazioni alla tv privata Pink, Markovic Palma ha detto che tale decisione era per lui attesa poiché è noto l’atteggiamento poco amichevole dell’Australia nei confronti della Serbia.

“Evidentemente a qualcuno disturbava il fatto che Nole ha vinto per nove volte gli Australian Open, e di certo li avrebbe vinti anche per la decima volta poiché dal punto di vista psicologico è uno dei migliori sportivi, e sappiano quante volte ha vinto in incontri dati ormai per persi”, ha detto il politico serbo. A suo avviso, Djokovic e la sua famiglia ne usciranno ancora più forti.

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