Timore Usa: e se il virus dell’aviaria fosse usato come arma chimica?

WASHINGTON – Un aspro dibattito tra scienziati e comitato per la sicurezza Usa su virus dell’aviaria. I ricercatori vogliono continuare a studiarlo, ma dall’altra parte c’è il timore che in mani sbagliate possa essere utilizzato per delle devastanti armi chimiche.

In effetti il virus dell’aviaria (H5N1) è molto potente e negli ultimi anni ha contagiato 500 persone e in più della metà dei casi ha causato la morte. Non solo. Gli scienziati hanno evidenziato che se il virus si dovesse ulteriormente evolvere porterebbe ad una pandemia globali dagli effetti devastanti. Proprio per questo,  e per evitare ulteriori informazioni di carattere biologico l’antiterrorismo monitora la situazione.

Le notizie dei risultati hanno fatto suonare un campanello d’allarme a Thomas Inglesby, scienziato esperto di bioterrorismo e direttore del Centro per la Biosicurezza dell’Università di Pittsburgh. “E’ solo una cattiva idea quella di trasformare un virus letale in un virus letale e altamente contagioso. E’ un’altra cattiva idea quella di pubblicare i risultati delle ricerche, altri potrebbero copiare”.

Inglesby spiega quindi che “ci sono alcuni casi che meritano una deroga, un controllo ulteriore e la pubblicazione dei risultati delle ricerche sul virus H5N1, è cosa grave”.

Il ricercatore che ha presentato i risultati delle ricerche sul virus è stato Ron Fouchier, del Centro Medico Erasmus, nei Paesi Bassi. Il suo lavoro è però attualmente sotto esame da un comitato denominato National Science Board, un consultivo per la biosicurezza. Un comitato di esperti che fanno capo al governo degli Stati Uniti, istituito per dare consigli su come affrontare la ricerca biologica che è legittimamente importante per la scienza, ma che potrebbe anche essere usata impropriamente.

 

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