World Peace Award: è Roberto Baggio la superstar, oscurato anche il Dalai Lama

Pubblicato il 14 Novembre 2010 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA

L’emozione iniziale l’ha spinto a ripassare più volte il testo del discorso di ringraziamento, prima di coprire i pochi metri che lo separavano dal palco, e di sciogliere la tensione: Roberto Baggio ha ricevuto il ‘World Peace Award 2010′, nel Parco della Pace di Hiroshima, tra un entusiasmo sorprendente che l’ha trasformato in superstar relegando il Dalai Lama a ruolo di comprimario. Ricevere il prestigioso riconoscimento annuale, assegnato da tutti i Nobel per la Pace alla personalità che più si è profusa verso i più bisognosi, è ”una grande gioia difficile da descrivere”, ammettera’ l’ex ‘divin codino’ a caldo e a fine cerimonia, conclusasi con la lettura della dichiarazione votata dall’11/mo summit dei ‘Laureates’, interamente dedicata all’ abolizione delle armi nucleari.

Nessuna menzione esplicita di sostegno al dissidente cinese Liu Xiaobo, Nobel per la Pace 2010 e in carcere dopo la condanna a 11 anni per sovversione, pur se la soddisfazione espressa da tutti i Nobel presenti all’evento presieduto dall’ex segretario del Pd, Walter Veltroni (”è andato tutto molto bene”), per per la liberazione Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione in Birmania, è stata associata a quella dell’ideatore di Carta08, il manifesto pro-democrazia in Cina. La coincidenza con il vertice Apec (13-14 novembre a Yokohama, alle porte di Tokyo), ha consentito per la prima volta di riunire nello stesso Paese il presidente cinese, Hu Jintao, quello americano, Barack Obama, e il leader spirituale del Tibet, il Dalai Lama.

Baggio, gessato scuro, cravatta grigia e camicia azzurra, ha ricevuto il premio da Frederik Willem de Klerk (l’ex presidente del Sudafrica e ‘padre’ con Nelson Mandela del crollo dell’ apartheid), provando un’emozione (”bellissimo momento”) di rara intensità, forse sconosciuta sui campi di calcio, prima di ricevere le congratulazioni da Mairead Corrigan Maguire, Mohamed El Baradei, Jody Williams, Shirin Ebadi, oltre che dal Dalai Lama, gli altri Nobel presenti al summit. Il protocollo è stato piuttosto rigido e attento per motivi di sicurezza, con la presenza di manifestanti cinesi contro il Dalai Lama, ma l’entusiasmo ha colto di sorpresa il servizio d’ordine che ha faticato non poco quando, finita la cerimonia, l’ex Pallone d’Oro si è avviato fra due ali di folla in delirio verso l’auditorium del Museo dell’Atomica per la conferenza stampa.

Gli assalti dei fan che indossavano o sventolavano la maglia della Nazionale azzurra o della Juventus, con tanto di numero 10 e la scritta ‘Baggio’, tra cori da stadio ‘Roby, Roby’, sono via via diventati pressanti, e anche i genitori, accompagnati dai figli, si sono lanciati a caccia d’autografo. Le scarpette al chiodo le ha appese da anni, ma la memoria delle sue ‘magie’ sul rettangolo di gioco sono ben vive. ”Devo essere sincero, non mi aspettavo un affetto così”, ha spiegato successivamente, prima di anticipare di avere ancora progetti e idee da portare a termine e ”proverò a realizzarli”. Detto quasi sottovoce e senza clamore, come gli impegni umanitari finora sostenuti.