Iraq, Nunzio. ”Essenziale togliere le armi ai terroristi, ma chi gliele dà”?

Monsignor Giorgio Lingua
Monsignor Giorgio Lingua

IRAQ, BAGHDAD – “Purtroppo si interviene per riparare ad una situazione che forse si poteva prevenire, ma è bene quando si riesce a togliere almeno le armi dalle mani di questa gente che non ha scrupoli”. Lo dice mons. Giorgio Lingua, nunzio a Baghdad, in una intervista alla Radiovaticana a proposito dei raid americani e interventi umanitari in Iraq.

“Il problema principale è quello delle armi – aggiunge – mi domando come fanno ad avere certe armi così sofisticate questi gruppi terroristici. Non sono produttori di armi, quindi da qualche parte devono pur arrivare. Credo che, innanzitutto, sia un fallimento dell’intelligence – questo è il punto principale – bisogna fermare, o controllare meglio questo aspetto, altrimenti non si finirà mai”.

Mons. Lingua, che riferisce di essere stato messo a conoscenza da papa Francesco già una quindicina di giorni fa della idea di un summit dei nunzi della regione, rimarca con forza la necessità di “non abbandonare la popolazione irachena, gli aiuti umanitari – dice – sono indispensabili ma sarebbe stato meglio prevenire questa ondata di violenza”. “Mi ha impressionato, da quello che ho potuto vedere, – prosegue il rappresentante di papa Francesco a Baghdad – il dramma soprattutto dei bambini sfiniti per aver percorso tanti chilometri di strada in condizioni difficili: li ho visti buttati per terra, qualcuno dormiva sulle pietre. è impressionante. Penso anche ai tanti anziani che hanno dovuto lasciare tutto. E’ un vero e proprio esodo che fa impressione”.

L’incontro dei nunzi, ipotizza Lingua, “si può fare anche subito” e mira ad “affrontare subito il problema della fuga dei cristiani, non soltanto dall’Iraq, ovviamente, ma anche dalla Siria e da altri Paesi”. Oggi gli Stati Uniti hanno ribadito: “Noi ci impegniamo ma serve un governo solido a Baghdad”. “Certo, senza dubbio: – commenta il nunzio – ci vuole un governo che sia inclusivo altrimenti lo Stato diventa sempre più debole. E’ chiaro che la democrazia ha i suoi tempi, non si può pretendere di instaurarla subito. La democrazia non è la dittatura della maggioranza: deve tenere conto anche delle minoranze, di quei gruppi più deboli, o che la pensano in modo diverso. Questo è un cammino che va fatto con il tempo ma che bisogna cominciare, altrimenti non si uscirà da questa empasse”.

La decisione del Papa di inviare mons. Fernando Filoni in missione in Iraq, a giudizio di mons. Lingua sarà “un gesto molto apprezzato dalla popolazione che èE importante non si senta abbandonata. E’ chiaro – commenta – che forse questo, materialmente, non potrà risolvere tutti i problemi, ma se non altro sensibilizza l’opinione pubblica e fa sentire alla gente che c’è qualcuno a cui stanno a cuore, perchè spesso è proprio questo sentirsi abbandonati che fa perdere la speranza”.

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