Baltimora, scontri con polizia dopo nero ucciso: 15 feriti, saccheggi e incendi FOTO, VIDEO

BALTIMORA – La città di Baltimora è il teatro dell’ennesima protesta per l’uccisione di un afroamericano da parte di un agente della polizia. Il 27 aprile violenti scontri sono stati registrati nella città dopo il funerale di Freddie Gray. Auto della polizia in fiamme, negozi saccheggiati e 15 agenti feriti, questo il primo bilancio.

La violenza è esplosa nelle strade e la Casa Bianca si è interessata al caso e ha fatto sapere di guardare da molto vicino gli scontri e le proteste. Intanto il governatore del  Maryland ha dichiarato lo stato d’emergenza e disposto lo spiegamento della Guardia Nazionale in risposta agli scontri di Baltimora.

Il capo della polizia di Baltimora cerca di placare gli animi, sottolineando che uno degli agenti è rimasto gravemente ferito e che per sedare le rivolte se costretti useranno anche i gas lacrimogeni. Durante i funerali la tensione che ha caratterizzato gli ultimi due giorni si era allentata. Poi i toni si sono riaccesi nei pressi di un liceo, da dove un gruppo di ”giovani aggressivi”, così come li ha descritti la polizia, ha iniziato a lanciare oggetti, inclusi bottiglie e sassi, contro gli agenti in tenuta antisommossa.

Gli inviti alla calma e a disperdersi sono caduti nel vuoto. Gray è morto la scorsa settimana per ferite letali alla spina dorsale dopo l’arresto. Il caso ha rialimentato le polemiche sulle pratiche della polizia nei confronti degli afroamericani, dopo i casi Michael Brown ed Eric Gardner. Gray viveva ”confinato in una scatola” fatta di mancanza di istruzione e di opportunità ma anche di stereotipi razziali, afferma il reverendo, Jamal Bryant, durante l’elogio.

”Si sarà chiesto cosa fare di se stesso” aggiunge, invitando la comunità afroamericana ad assumere il controllo della sua vita e spingere la polizia e il governo a cambiare:

“Non è il momento di stare seduti in un angolo, non è il momento di giocare alla lotteria. Non so come si possa essere neri in America e stare in silenzio. Con tutto quello che abbiamo passato, non c’è possibilità al mondo che possiate stare seduti e in silenzio di fronte all’ingiustizia. E’ facile per i media catturare e dipingere giovani che manifestano e fanno razzia. E’ facile farlo, ma nessuno si chiede il perché”.

Ora a Baltimora arriverà la Guardia nazionale, dopo che il governatore del Maryland ha dichiarato lo stato di emergenza. A seguireda vicino la vicenda anche il presidente americano, Barack Obama, che dopo un colloquio telefonico col sindaco di Baltimora è stato aggiornato sulla situazione anche dal neo ministro della Giustizia, Loretta Lynch.

 

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