Bambini soldato in Uganda, in arrivo il secondo video sul generale Kony

Joseph Kony (LaPresse)

ROMA – Il primo video, su Youtube, viaggia oltre gli 86 milioni di visualizzazioni, con oltre 13 milioni di “like” e poco più di 140 mila voti negativi. Ora la “Invisible Children”, il gruppo di attivisti della California che ha realizzato il filmato Kony 2012 che denuncia le violenze perpetuate in Uganda dal gruppo del “Lord Resistance Army” è pronta a lanciare un secondo video.

Non si tratterebbe di un vero e proprio seguito quanto, piuttosto, di una serie di precisazioni e di dettagli ulteriori. Perché al primo video, nonostante il grande impatto emotivo e l’enorme successo di pubblico, non sono mancate le critiche. In particolare sulle inesattezze: Josef Kony, leader del Lra non si troverebbe infatti in Uganda, come dichiarato dal video, ma avrebbe la sua base in Sudan. Anche alcune cifre sembrano esagerate: i 30 mila bambini soldato in cui si parla in “Kony 2012” sono probabilmente il dato totale (e drammatico) di 30 anni di guerra civile.

“Un’altra accusa rivolta a Kony2012 – scrive il sito web de Il Giornale – è quella di essere in realtà un mezzo dietro il quale si celerebbe una lobby americana interessata a un intervento militare statunitense in Uganda. Chi sostiene questa ipotesi si basa soprattutto sul fatto che il video spinge a un’opera di convincimento nei confronti dei governi occidentali, più che chiamare a un intervento quelli africani. Da questo punto di vista il filmato manca di informare anche sul fatto che il governo Obama ha dislocato 100 consulenti militari per aiutare l’Uganda a rintracciare il criminale di guerra”.

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