NEW YORK – Ban Ki Moon attacca il Consiglio di Sicurezza dell’Onu: “Quattro anni di paralisi diplomatica del Consiglio di Sicurezza hanno fatto sì che la crisi siriana sia diventata fuori controllo”: è il duro attacco del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, alla 70esima Assemblea Generale dell’Onu. “Cinque Paesi in particolare hanno la chiave: Russia, Usa, Arabia Saudita, Iran e Turchia“.
Il segretario generale ha poi sottolineato che “la responsabilità e’ innanzitutto in capo alle parti del conflitto in Siria, ma guardare solo all’interno del Paese mediorientale per trovare una soluzione non è sufficiente, la battaglia è guidata anche da poteri e rivalità regionali”. Ban ha aggiunto che “l’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura sta facendo tutto quanto in suo potere per creare le basi di una soluzione pacifica, ma è arrivato il momento per altri, in primis per il Consiglio di Sicurezza e per gli attori regionali più importanti, di fare un passo avanti”.
Poco dopo è stata la volta di Barack Obama. E anche il presidente degli Usa ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionali. C’è qualcuno che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad, perché l’alternativa è molto peggio”.
Il riferimento è ovviamente alla Russia di Vladimir Putin, da sempre alleata del regime di Damasco. Putin, dal canto suo, ha ribadito la linea. La Russia sta con Assad, non solo a parole, anche con i fatti:
“Più di duemila combattenti russi e delle ex repubbliche sovietiche sono in Siria con il pericolo che possano tornare in patria. Invece di aspettare che lo facciano, aiutiamo Assad a combatterli in territorio siriano. Stiamo considerando di intensificare il dialogo sia con Assad che con i nostri partner negli altri Paesi”.