Beirut, nella foto Ansa Mika Beirut, nella foto Ansa Mika

Beirut, il dolore di Mika: “Ho il cuore spezzato”

Quello che è accaduto a Beirut è “straziante”, è “lancinante”, “fa venire i brividi”.

Mika, cantante e showman libanese naturalizzato britannico, su Twitter esprime tutto il suo dolore dopo l’esplosione avvenuta ieri nel porto di Beirut. 

“Osservo e leggo con preoccupazione, tristezza e orrore quello che accade a Beirut – scrive Mika -.

Quello che è successo, vite ferite o perse per sempre, mi spezza il cuore.

Non sappiamo ancora cosa sia successo, ma la sofferenza è lancinante”.

Mika ha poi sottolineato una coincidenza che lo ha toccato particolarmente:

“Il mio cuore è con Beirut e il Libano.

Quattro anni fa proprio oggi in cui mi esibivo a Baalbek in Libano.

Ho trascorso la mattinata a guardare le foto di quella sera. Concludo la giornata guardando queste terribili immagini di Beirut che mi fanno venire i brividi”.

Il messaggio della Caritas

Caritas Internationalis esprime la propria solidarietà e vicinanza alla Chiesa e al popolo libanesi e a Caritas libanese, dopo le devastanti esplosioni che nel pomeriggio di ieri hanno colpito Beirut uccidendo almeno 78 persone e ferendone quasi 4.000.

“È una situazione terribile e disastrosa e oggi ci troviamo nella confusione più totale”, riferisce a Caritas Internationalis Rita Rhayem, direttore di Caritas Libano, il cui staff si è immediatamente attivato per soccorrere le persone colpite dall’esplosione.

La confederazione Caritas sta inoltre lanciando un piano di emergenza coordinato dal segretariato generale di Caritas Internationalis per assistere immediatamente le vittime.

“La situazione è critica – sottolinea tuttavia Rita Rhayem – e questa è la prima volta che affrontiamo un’emergenza di tale portata.

La situazione è apocalittica, ma noi non ci fermiamo e andiamo avanti per aiutare tutte le persone in difficoltà”.

“Vi sono molti morti e molti feriti, e da un punto di vista sanitario il quadro probabilmente peggiorerà rapidamente a causa degli effetti dei gas tossici.

Caritas Libano si sta preparando a questa eventualità, ma i nostri centri sanitari non hanno mezzi per affrontare una simile evenienza e le operazioni di salvataggio sono rese ancora più difficili dalla mancanza di elettricità”. (Fonti: Teitter, Ansa).

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