WASHINGTON – Tutti aspettano e loro litigano. Da New York alle alture dell’Afghanistan, passando per l’Europa e la penisola arabica la domanda è una e una sola: le foto del cadavere di Osama Bin Laden arriveranno o no? Martedì pomeriggio tutto sembrava scontato: dalla Reuters alla Cnn i media Usa erano sicuri, “le foto ci sono e stanno arrivando, almeno una”. Quindi i particolari, macabri quanto basta per stimolare la pulsione voyeuristica dei lettori di tutto il globo. C’era il dettaglio della testa aperta in due fino alla fronte, e quello della perplessità della Casa Bianca perché le foto erano macabre. Sul fatto che prima o poi, probabilmente già in serata, sarebbero arrivate, non c’erano invece dubbi.
Non è andata così. Su Twitter il delirio è durato alcune ore: sono circolate diverse foto, falsi più o meno verosimili, e non è arrivata nessuna conferma ufficiale. Mercoledì 4 aprile, invece, brusca è arrivata la frenata. Nella stanza dei bottoni non sono tutti d’accordo. Per la precisione ci sono almeno due personaggi di quelli che contano a sostenere che il cadavere di Osama non s’ha da mostrare. Si tratta del segretario di Stato Hillary Clinton e del responsabile della difesa Robert Gates.
La loro posizione delude l’istinto del lettore. Tutti o quasi vorremmo vedere le foto. In realtà, le argomentazioni di Clinton e Gates non sono peregrine. Che le foto siano di forte impatto emotivo è un fatto, nessuno pensa minimamente a smentirlo, anche perché Bin Laden è stato ucciso con un colpo alla testa e non deve essere esattamente uno “spettacolo” bello a vedersi. Allora, pensano i due stretti collaboratori di Obama, mostrarle al mondo rischia di fare solo danni senza portare nessun beneficio. Nel dettaglio, chi non crede all’uccisione di Bin Laden (e sono tanti, in ogni angolo del globo) non verrà di certo convinto da una o più foto pubblicate tardi e non difficili da manipolare per i tecnici, che immaginiamo tra i più bravi del mondo, al lavoro alla Casa Bianca.
Chi invece, e anche questi purtroppo non sono pochi, considera Bin Laden non assassino ma eroe, nel vedere il cadavere dilaniato potrebbe reagire gridando vendetta. Senza considerare quella parte del mondo arabo che una scelta di campo ancora non l’ha fatta e potrebbe finire per scivolare dalla parte del terrorista. Obama, invece, quelle foto le vorrebbe mostrare. La sua argomentazione è semplice: “Il mondo deve vedere, sapere e credere”. Arrendersi all’evidenza di un proiettile in testa. Del resto il presidente è stato netto da subito, trasparente nei limiti del possibile. A missione compiuta ha preso subito il microfono e raccontato al mondo quanto accaduto. Certamente anche per “monetizzare” in termini di voti la missione “Geronimo”. Stando ai primi numeri ha ragione lui: un sondaggio del New York Times dice che negli ultimi due giorni Obama ha guadagnato l’11% dei voti.
Le foto, secondo quanto riportato dall’Economist, sono di tre gruppi diversi. Le più interessanti dal punto di vista dell’identificazione di Bin Laden, sono state scattate quando il corpo era già stato portato fuori dal compound di Abbotabad. Ci sarebbe il terrorista disteso sul lettino con tanto di vistosa spaccatura sulla testa. “Gruesome”, dicono gli inglesi. Cioè macabro. Poi ci sarebbero le immagini (e forse anche un video) della tanto discussa sepoltura in mare di Bin Laden. Infine, ma qui qualcosa si è visto, scatti relativi all’operazione all’ex rifugio di BinLaden.
Internet, intanto, è piena di falsi, alcuni anche pericolosi. E’ il caso di un promesso “video dell’esecuzione di Bin Laden” che sta girando su Facebook. Si autoriproduce sulle bacheche degli utenti e cliccarci su può portare al classico furto dei dati di accesso. Per gli internauti di tutto il mondo sarebbe un bene che la Casa Bianca si decidesse a pubblicare le foto. Per la sicurezza del pianeta, invece, la questione rimane decisamente più complessa.