Blake Leibel condannato: fumettista disegnò il brutale omicidio della fidanzata

Blake Leibel, fumettista horror uccide fidanzata: aveva disegnato omicidio
Blake Leibel condannato: fumettista disegnò il brutale omicidio della fidanzata

ROMA – Ha torturato e ucciso la fidanzata dopo il parto, l’ha fatta morire dissanguata e l’ha coperta, lasciandola accanto alla bimba nata da poco. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Blake Leibel, fumettista di romanzi horror ed erede di un impero immobiliare, aveva disegnato il brutale omicidio nei suoi fumetti, ma la fidanzata li riteneva solo parte della sua arte. L’uomo non ha mostrato segni di pentimento ed è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio commesso nel maggio 2016.

Federica Brignone sul Messaggero racconta la crudeltà che Blake, 37 anni, ha usato nei confronti della fidanzata Iana Kasian, che aveva da poco dato alla luce una bambina e la definisce disumana:

“Il particolare che rende ancora più agghiacciante la vicenda è che quell’orrore era tutto già scritto nei fumetti horror che Blake pubblicava e ai quali la sua 30enne fidanzata ucraina Iana Kasian non aveva mai dato tanto peso: non poteva immaginare che la mente malata del suo compagno avrebbe replicato su di lei, nel loro lussuoso appartamento di West Hollywood, quello che già aveva descritto in uno dei suoi lavori del 2010, “Syndrome”. Una storia che e termina con l’immagine di una mano che cola sangue e la didascalia: «Alla fine, diventiamo tutti mostri».

La polizia trovò Iana morta in camera da letto sotto una coperta,  accanto alla loro bimba nata poche settimane prima, con il lato destro della faccia scuoioato, un orecchio tagliato e ritrovato nella spazzatura, segni di morsi ferite ovunque fino all’osso, diverse parti del corpo mutilate, il cuoio capelluto strappato: e nel suo corpo non c’era più una sola goccia di sangue. Uno scenario che solo una mente malata avrebbe potuto immaginare. Una ferocia impensabile che i patologi, durante il processo, hanno descritto come un precedente in termini di brutalità.

Blake, figlio di un magnate dell’edilizia, Lorne Leibel, che in gioventù partecipò alle Olimpiadi del 1976 nella squadra canadese, si è sempre dichiarato non colpevole e alla lettura della sentenza è rimasto impassibile, lontano dal mondo anche nel momento in cui la madre di Iana, Olga, scoppiava in lacrime”.

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