WASHINGTON – Dopo le bombe alla maratona di Boston, le lettere alla ricina. L’America del dopo 11 settembre torna ad aver paura. Questa volta, però, la pista più accreditata è quella di un nemico interno. Probabilmente un “fan” delle armi, a cui non va giù la riforma tanto voluta da Barack Obama. Un uomo è stato fermato, proprio negli edifici del Senato: si aggirava con delle buste sigillate in uno zaino. Secondo alcuni media americani si tratterebbe di uno squilibrato.
La ricina, sostanza altamente velenosa e letale se ingerita o inalata, era presente presente nelle due buste e nel pacco indirizzati a due senatori e al presidente Obama. Tutti e tre legati da un filo comune: sono favorevoli alla legge per il controllo delle armi.
Il primo a ricevere una lettera con tracce di ricina è stato Roger Wilker, senatore repubblicano del Mississippi. E’ uno dei 16 senatori “ribelli” che la settimana scorsa, andando contro l’indicazione del partito, hanno votato contro l’ostruzionismo promosso dai vertici del Grand Old Party.
Favorevole alla riforma dell’uso delle armi voluta da Obama anche Richard Shelby, senatore democratico dell’Alabama, che ha sostenuto parecchie misure sul controllo delle armi. A lui è stato recapitato un pacco sospetto il 17 aprile. Sono intervenute le squadre anti-bomba per bonificare gli edifici.
Poi è toccato al senatore democratico Carl Levin, presidente della Commissione Difesa della Camera Alta.
Le lettere, compresa quella indirizzata al presidente Obama, sono state individuate e bloccate grazie ai controlli del Us Postal Service sulla corrispondenza di senatori e deputati, controlli rafforzati dopo l’11 settembre e le lettere all’antrace che fecero cinque morti.
Le lettere per Obama e per il senatore Wicker sono collegate e tutte e due spedite da Memphis. Lo rivela l’Fbi.
RIFORMA SUL CONTROLLO DELLE ARMI – Proprio poche ore prima dell’attentato a Boston gli Stati Uniti avevano visto spaccarsi il fronte del no alla riforma sul controllo delle armi. Una importante organizzazione di fan di fucili e pistole, la Citizen Committee for The Right to Keep and Bear Arms, aveva dichiarato il proprio appoggio al compromesso bipartisan raggiunto al Senato tra il democratico Joe Manchin e il repubblicano Pat Toomsey. Un accordo grazie al quale, la settimana scorsa, è stata sconfitta ha l’ala dura del partito repubblicano, che voleva l’ostruzionismo sul testo che comunque vada verrà sottoposto a un voto del Congresso.
La Citizens Committee, con i suoi 650mila iscritti, è la seconda organizzazione pro armi, dietro alla potentissima National Rifle Association (Nra), che conta 4,5 milioni di supporter, schierata a favore della linea dura, contro ogni dialogo.
La Citizen Committee ritiene che la gran parte delle norme contenute nel testo rappresentino sostanzialmente una ”vittoria”, visto che la proposta di legge proibisce ogni ”registro governativo” dei possessori e agevola il trasporto di armi e il loro mercato da uno Stato all’altro.
Ma secondo uno dei protagonisti dell’intesa bipartisan, il democratico Manchin molti dei senatori repubblicani “ribelli” dopo la strage di Boston avrebbero cambiato idea e sarebbero pronti ad affondare la riforma.