Botte e stupri sui pescherecci in Nuova Zelanda

SYDNEY, 25 AGO – Il governo neozelandese ha lanciato un'inchiesta sulle compagnie di charter di pescherecci operanti nelle sue acque territoriali, dopo denunce di abusi fisici, mentali e sessuali degni di 'navi di schiavisti'.

I ministri della Pesca e del Lavoro, Phil Heatley e Kate Wilkinson, hanno annunciato un'inchiesta ministeriale ''approfondita'' che dovrà accertare se i pescherecci assicurano un ambiente lavorativo accettabile ed equo, e se le pratiche di lavoro a bordo danneggiano la reputazione internazionale della Nuova Zelanda.

Un recente rapporto dell'Università di Auckland, basato su interviste a quasi 150 pescatori e conoscitori del settore, denuncia una cultura di abusi dei diritti umani dei membri di equipaggio, in prevalenza indonesiani, sulle navi prese a nolo da compagnie straniere.

Secondo il rapporto, in acque neozelandesi operano circa 30 pescherecci stranieri, con a bordo circa 2000 marinai, che guadagnano meno di un quinto delle controparti neozelandesi e sono costretti a turni di lavoro di 40 ore, fino a 53 ore nei periodi di punta.

Gli abusi sessuali sui più giovani sono comuni, i pasti sono scarsi e talvolta consistono di esca per i pesci. ''Chi si ribella viene portato in una cabina e picchiato'', ha detto uno degli intervistati. La compagnia al centro della maggior parte delle accuse, Sajo Oyang Corporation, le ha respinte fermamente, definendole ''stravaganti''.

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