L’ultima arma dei terroristi? Il botox

La denuncia viene dal quotidiano statunitense “Washington Post” secondo cui l’allarme botuluino è legato alla scoperta di alcune versioni clonate del Botox che sarebbero fabbricate in decine di laboratori clandestini nell’Europa dell’est.
Flacone di Botox

L’ultima frontiera in termini di armi terroristiche viene dalla cosmetica. Si tratta del botox, la tossina del botulino, un batterio che, in medicina, viene utilizzato per diversi farmaci antirughe.

La denuncia viene dal quotidiano statunitense “Washington Post” secondo cui l’allarme botuluino è legato alla scoperta di alcune versioni clonate del Botox che sarebbero fabbricate in decine di laboratori clandestini nell’Europa dell’est. Si tratta, secondo il quotidiano, di una ghiotta possibilità per le reti terroristiche di procurarsi sostanze biologiche potenzialmente letali come il botulino, un grammo del quale è sufficiente ad uccidere migliaia di persone.

Ogni fiala di Botox contiene una quantità ridottissima della tossina, tanto che sarebbe necessario ottenere centinaia di fiale per poter procurarsi una dose sufficiente ad uccidere una singola persona; ma i laboratori che fabbricano i medicinali clonati sarebbero in grado di fornire direttamente i ceppi batterici dai quali viene ottenuta la tossina, considerata la sostanza più tossica esistente al mondo.

Il botulino non è mai stata considerata come arma biologica dalle principali potenze, dato che si degrada facilmente con il calore e questo la rende inefficace per un utilizzo missilistico; diverso il discorso per le reti terroristiche, che potrebbero invece usarlo come agente contaminante di cibo o acqua: un primo tentativo, fallito, venne effettuato dalla setta giapponese Aum Shinrikyo negli anni Novanta.

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