Cammina per 12 ore nella foresta col padre disabile in spalla per farlo vaccinare. Questa l’incredibile storia di Tawy, un indigeno della tribù Zo’é. Una piccola tribù che vive isolata e nascosta nella fitta foresta amazzonica del Nord del Brasile e che è riconoscibile dallo m’berpót, un lungo bastone di legno leggero che gli indigeni fissano nel labbro inferiore.
L’incontro col medico
Quando è arrivato al presidio medico Tawy ha trovato il dottor Jennings Simões. Il medico, commosso per l’eroica impresa, gli ha scattato una foto con il padre in spalla. Uno scatto bellissimo che evoca Enea e Anchise.
“Gli Zo’é mi chiedono sempre quando tutti i bianchi si vaccineranno per far finire l’emergenza – ha raccontato alla Bbc il medico –. Spero, prima o poi, di poter dare una risposta”.
I numeri della pandemia tra gli indigeni
“Finora – come scrive il Corriere della Sera – la pandemia ha colpito 57mila nativi brasiliani e ne ha sterminati 853, secondo i dati della Segreteria per la salute indigena. Numeri di molto sottostimati, per l’Associazione dei popoli indigeni brasiliani: già a marzo 2021 sarebbero state superate le mille vittime. Gli Zo’é finora sono stati risparmiati. Fin dalle prime campagne informative, organizzate da attivisti, chiese e medici, la piccola tribù ha deciso di autoisolarsi dividendosi in micro comunità e non si è opposta alle vaccinazioni, come dimostra il caso di Tawy”.