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Brasile come Capitol Hill: quando le elezioni valgono solo se le vinci. I due assalti a confronto VIDEO

Come a Capitol Hill i sostenitori di Donald Trump a Brasilia quelli di Jair Bolsonaro hanno invaso gli edifici del potere. A Washington fu il Congresso a Brasilia il Congresso, il Tribunale federale e il Palácio do Planalto, sede della Presidenza della Repubblica del Brasile. Insomma: come a Capitol Hill la democrazia è sotto attacco. Come a Capitol Hill anche a Brasilia chi ha perso non ha accettato le regole. Non gioco? Allora mi porto via il pallone. Un vizio non troppo celato del populismo moderno. Come a Capitol Hill alcuni settori della pubblica sicurezza hanno un po’ tifato e aiutato i manifestanti.

E come dopo Capitol Hill Donald Trump cercò poi di lavarsene le mani anche questa volta il presidente uscente brasiliano Bolsonaro cerca di uscirne pulito:

“Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali. Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile. Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”.

La cronaca

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è intanto tornato a Brasilia, dove è andato a constatare il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema da parte dei sostenitori di Jair Bolsonaro. Il capo di Stato, in carica solo da una settimana, aveva detto in precedenza in un discorso dallo stato di San Paolo che il suo predecessore di estrema destra aveva “incoraggiato” i “vandali fascisti” a invadere i luoghi del potere nella capitale.

Lula aveva trascorso il pomeriggio ad Araquara, nello stato di San Paolo (sudest) devastato dalle alluvioni. Le riprese di Tv Globo lo mostrano in colloqui notturni con i giudici della Corte suprema, fuori dall’edificio con le finestre sfondate da coloro che ancora rifiutano di accettare il suo ritorno al potere. Il presidente ha deplorato eventi “senza precedenti nella storia del Brasile”. Il capo dello Stato ha posto la polizia locale sotto il comando delle forze federali per assumere la sicurezza a Brasilia, dove la polizia è stata totalmente sopraffatta dagli attacchi dei bolsonaristi. Il suo ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, Flavio Dino, ha assicurato domenica in conferenza stampa che i luoghi del potere sono stati completamente evacuati e che oltre 200 persone sono state arrestate.

Il ruolo dell’esercito

L’esercito brasiliano impedisce stanotte alla polizia l’ingresso a Brasilia nell’area dove sono accampati molti seguaci dell’ex presidente. Secondo la pagina online del quotidiano Folha de S. Paulo, i militari hanno sbarrato la strada agli agenti che volevano entrare nella zona dove sono accampati gli autori dell’attacco con carri armati. Diversi veicoli della polizia, aggiunge il giornale, erano giunti all’ingresso della zona che si trova davanti al quartier generale dell’esercito, ma sono stati fermati.

 

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