Braxton e Jayden moderni Romeo e Giulietta: dopo fuga un Gps per separarli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2013 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Braxton e Jayden moderni Romeo e Giulietta: dopo fuga un Gps per separarli

Braxton e Jayden (Foto Facebook)

ROMA – Le famiglie si opponevano al loro amore, troppo adulto per due adolescenti di nemmeno 14 anni. Così Braxton Wood, 14 anni, e Jayden Thomas, 13 anni, hanno preso il Suv dei genitori e sono fuggiti a 400 chilometri dalla casa di Mount Pleasant in Michigan fino a Chicago. Ritrovati da un investigatore privato, ora i moderni e adolescenti Romeo e Giulietta sono segregati nelle rispettive case. A controllare  che i due giovani rimangano separati, un bracciale dotato di Gps.

I divieti dei genitori di frequentarsi, per una relazione troppo seria, hanno portato il 26 agosto i due giovani a fuggire, con Braxton-Romeo che alla guida del Suv di suo padre ha portato con se la sua amata. Paolo Di Stefano de Il Corriere della Sera racconta:

“Due settimane di vagabondaggio in auto. E di amore su comodi sedili ribaltabili. Con le famiglie Capuleti e Montecchi in versione yankee disperate e (provvisoriamente) pentite. Almeno, si spera. Qui entra in gioco il detective privato Mike Cook, che dopo giorni di appostamenti e di ricerche infruttuose riceve una telefonata da un informatore che ha avvistato il lentigginoso Braxton mentre getta qualcosa in un distributore di benzina. A questo punto i giochi sono fatti e la grande fuga finisce con un piccolissimo blitz della polizia”.

La soluzione per tenerli lontani una volta tornati a casa? Un braccialetto Gps che ne controlli le posizioni, per assicurarsi in ogni momento che i due giovani innamorati siano separati:

“«Un rapporto troppo romantico e intenso per quell’età», l’ha definito uno dei familiari, rivelando a posteriori un’ostinazione degna di miglior causa. Per questo, i sospiri dei mini Romeo e Giulietta andavano stroncati sul nascere. Ora seguiranno interi pomeriggi di sedute dallo psicoterapeuta dello sviluppo, incontri con i servizi sociali e chissà quanti silenzi e mutismi nelle rispettive case (è questa la punizione, meritata, per i genitori)”.