Canada, la lettera di una mamma alle maestre: "Mia figlia non farà mai più i compiti a casa" Canada, la lettera di una mamma alle maestre: "Mia figlia non farà mai più i compiti a casa"

Canada, la lettera di una mamma alle maestre: “Mia figlia non farà mai più i compiti a casa”

Canada, la lettera di una mamma alle maestre: "Mia figlia non farà mai più i compiti a casa"
Canada, la lettera di una mamma alle maestre: “Mia figlia non farà mai più i compiti a casa”

OTTAWA – “Mia figlia non farà mai più i compiti a casa” scrive una mamma canadese alle insegnanti di sua figlia Maya, di 10 anni.

“Maya – si legge nella mail poi pubblicata anche su Facebook – ridurrà drasticamente il suo carico di compiti a casa quest’anno, è molto stressata e sta iniziando ad avere sintomi preoccupanti come dolori al petto e risvegli nel cuore della notte per l’ansia dovuta ai compiti”.

“Mia figlia – si legge ancora nella mail – va bene a scuola e ama imparare, ma dopo aver consultato uno specialista abbiamo deciso di alleggerire il carico di compiti. Entrare a scuola alle 8.15, tornare a casa alle 16.30 e dover fare altre 2-3 ore di compiti le lascia molto poco tempo per la famiglia e per divertirsi come dovrebbe fare una bambina, non vogliamo che cada in depressione. Grazie per la vostra comprensione”.

Bunmi Laditan, questo il nome della donna, ha poi ulteriormente spiegato: “In Finlandia non esistono i compiti a casa, eppure sono il paese più scolarizzato e preparato d’Europa. Costringere i ragazzi a passare l’intera giornata sui libri non ha senso. Se la scuola vorrà punire Maya per questa lettera, sono pronta a farle lezione a casa. Credo nell’istruzione ma non voglio che la scuola rovini la sua vita. Sogno un futuro brillante per lei, vorrei che andasse all’università, ma i bambini hanno bisogno di essere bambini. Non sto attaccando le maestre, sto solo cercando di fare il bene di mia figlia. Mio marito è terapista e insieme stiamo lavorando per ridurre il suo stress, ma non basta. Non mi piace parlare pubblicamente dei miei figli ma qualcosa deve cambiare”.

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