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Carlos Ghosn, l’aiuto dell’ex berretto verde e i mezzi pubblici: ecco come è scappato dal Giappone

Carlos Ghosn, Ansa
Carlos Ghosn (foto Ansa)

ROMA – Carlos Ghosn, ex numero 1 di Nissan e Renault, per scappare dagli arresti domiciliari in Giappone verso il Libano, avrebbe impiegato un team internazionale di 15 persone, tra cui un ex commando dei berretti verdi, e prima di imbarcarsi su un jet privato avrebbe usato i trasporti pubblici da Tokyo a Osaka. Ghosn attualmente è in Libano, in fuga dal Giappone dove era in attesa di processo con l’accusa di diversi reati, appropriazione indebita e frode fiscale durante la sua presidenza alla Nissan tra il 2010 e 2015, che il 65enne ha sempre respinto.

Incluso nel team ci sarebbe Michael Taylor, ex veterano delle forze speciali dell’esercito USA che in precedenza ha protetto persone e società potenti e aiutato segretamente il governo degli Stati Uniti. Il partner nell’operazione sarebbe il libanese George-Antoine Zayek, membro di una milizia cristiana nel suo paese durante gli anni ’80, secondo quanto riportato dal New York Times.

Prima di individuare la scappatoia di sicurezza nel terminal riservato ai jet privati di Osaka, il team avrebbe effettuato in Giappone più di 20 viaggi e ispezionato almeno 10 aeroporti. Ghosn ha percorso 300 miglia da Tokyo a Osaka a bordo di un treno veloce poi si sarebbe nascosto in una grande cassa con le ruote, abitualmente usata per trasportare materiale da concerto.

Stando a quanto riferito dal Wall Street Journal, per 12 ore avrebbe volato a bordo di un jet privato nello spazio aereo russo per evitare la Corea del Sud che ha un trattato di estradizione con Giappone, Cina, Mongolia e Kazakistan. Quando il 30 dicembre, il jet è atterrato all’aeroporto Ataturk di Istanbul alle 5.30 del mattino, ora locale sembra che le autorità giapponesi non avessero ancora idea che Ghosn non si trovava più nel paese. L’ex Ceo ha cambiato aereo in Turchia per evitare di destare sospetti poiché un volo diretto da Osaka a Beirut avrebbe potuto essere segnalato alle autorità. Il Giappone sta ancora indagando su come sia riuscito a superare le rigide misure di sicurezza imposte come parte delle condizioni di cauzione.

Il ministero dei trasporti giapponesi ha affermato che i controlli dei bagagli non sono obbligatori per i jet privati. Secondo i documenti, l’ex numero 1 di Nissan e Renault, che ha la cittadinanza francese, brasiliana e libanese, è entrato in Libano con il passaporto francese. Il tribunale distrettuale di Tokyo ha confermato che avrebbe trattenuto 1,5 miliardi di yen (14 milioni di dollari) della cauzione a causa della sua fuga. Ghosn è stato rilasciato su cauzione ad aprile con condizioni che includevano il divieto di viaggio all’estero e un contatto limitato con la moglie.

Fonte: Daily Mail.

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