Cecenia/ Scontri a fuoco tra esercito e ribelli. Morti 4 agenti e 2 guerriglieri vicino a Grozny

A pochi giorni dal tragico sequestro degli operatori umanitari Zarema Sadulayeva e Alik Dzhabrailov, poi ritrovati morti, continua senza soste la spirale di violenza in Cecenia, dove la notte scorsa almeno sei persone hanno perduto la vita (quattro agenti e due ribelli) in scontri a fuoco tra ‘teste di cuoio’ del ministero federale dell’Interno di Mosca e ribelli separatisti.

Lo ha reso noto l’agenzia di stampa statale russa “Ria-Novosti”, secondo cui la sparatoria più sanguinosa è avvenuta a Kerla-Urt, un villaggio situato nel distretto centrale di Groznensky, alle porte della capitale Grozny: unità speciali hanno preso d’assalto una casa abbandonata dove si erano asserragliati due guerriglieri armati di fucili kalashnikov; costoro sono stati alla fine uccisi, ma sono morti anche quattro agenti e altrettanti sono rimasti feriti.

In un altro combattimento divampato tra i boschi nel sud della Repubblica caucasica, cinque membri delle forze di sicurezza hanno nel frattempo avuto la peggio contro un commando di otto miliziani: nessuno è morto, ma per tutti è stato necessario il ricovero in ospedale.

Nel vicino Daghestan sono inoltre stati eliminati tre sospetti insorti che si sarebbero infiltrati da oltre frontiera, e che avevano tentato di evitare un posto di blocco.

Giovedì sera, infine, in attacchi della guerriglia contro un commissariato e una sauna nella città daghestana di Buinaksk, erano state uccise undici persone: quattro erano agenti, mentre nel secondo caso si trattava di sette donne, semplici civili.

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