PECHINO – I figli adulti devono visitare i genitori “più spesso”, ai lavoratori sono concessi 20 giorni all’anno proprio per andare da mamma e papà se questi vivono lontano. E poi una serie di divieti, a dire la verità piuttosto scontati: niente insulti o violenza domestica. Sono le norme introdotto da una recente legge in Cina per regolare “l’amore filiale”.
E la domanda, soprattutto su Sina Webei (Il Twitter cinese con mezzo miliardo di iscritti) è: si può regolare per legge un aspetto morale della propria vita come l’amore verso chi ci ha messo al mondo? Molti fanno domande sulla legge in sé: che vuol dire visitare i genitori “più spesso”? E poi, che strumenti può avere una legge che non prevede sanzioni per il datore di lavoro che non dovesse concedere i famosi 20 giorni previsti?
La legge è anche il simbolo di una Cina che cambia. L’industrializzazione imperante ha portato profondi cambiamenti, con milioni di giovani che si sono trasferiti altrove per lavoro, lasciandosi i genitori a migliaia di chilometri di distanza. Senza contare che una società industrializzata come la Cina non conta, però, su un adeguato welfare state che provvede ai più anziani. Un problema non da poco: gli ultrasessantenni, oggi 185 milioni, diventeranno 487 milioni nel 2053, il 35% della popolazione, secondo le proiezioni della Commissione governativa sull’invecchiamento.