Cina, disabile fa esplodere ordigno all’aeroporto di Pechino

L'uomo sulla sedia a rotelle al centro dei sospetti del twitter cinese
L’uomo sulla sedia a rotelle al centro dei sospetti del twitter cinese

PECHINO – C’e’ il dramma della disperazione, dietro l’esplosione all’aeroporto di Pechino. Un disabile di 34 anni, stanco dei soprusi subiti dalla polizia locale, ha fatto esplodere un rudimentale ordigno allo scalo internazionale della capitale cinese senza ferire nessuno, a parte se stesso.

Erano le 18.24 locali (le 12.24 in Italia) quando l’uomo, identificato dalla tv di Stato Cctv come Ji Zhongxing ha fatto esplodere la bomba casareccia vicino ad una delle uscite nella sala degli arrivi del Terminal 3 dell’aeroporto, quello più usato dal traffico internazionale.

La polizia di Pechino ha precisato che l’ ordigno era stato confezionato con l’ esplosivo usato di solito per i fuochi di artificio. Ora l’attentatore è ricoverato in ospedale, sembra con un braccio rotto. Testimoni oculari hanno riferito che Ji, che si muove solo su una sedia a rotelle, è  stato fermo a lungo davanti all’uscita, urlando frasi contro la polizia municipale di Dongguan, una città industriale del sud dove probabilmente risiedeva, che l’avrebbe più volte picchiato.

Dopo qualche minuto ha fatto esplodere l’ordigno. Foto scattate coi telefonini da passeggeri che si trovavano sul posto lo mostrano con entrambe le braccia alzate mentre stringe un oggetto non identificato, probabilmente la bomba, nella mano sinistra. Il dramma si verifica mentre l’attenzione dell’opinione pubblica è alta intorno ad un’altra vicenda che coinvolge la polizia municipale – quella di Linwu, nella provincia centrale dell’Hunan – dove un venditore di cocomeri è stato ucciso a calci, pugni e bastonate da agenti della polizia municipale, conosciuta come ‘chengguan’ o come ‘zhian yuan’, a secondo delle localita’ e dei compiti che le vengono assegnati.

La vicenda ha provocato un’ondata di proteste localmente e sul web, tanto forte da spingere le autorità ad arrestare sei funzionari di polizia. Alla famiglia della vittima, secondo l’agenzia Nuova Cina, e’ stato consegnato oggi un risarcimento di 897mila yuan (quasi 120mila euro), una cifra astronomica per la Cina. La drammatica protesta di Ji Zhongxing è assimilabile a quelle dei cosiddetti ‘postulanti’ (petitioner), che vengono a Pechino per consegnare ad un apposito ufficio governativo lamentele contro i soprusi delle autorita’ locali. I timori di un atto terroristico, legato alle tensioni etniche che sono forti nel Xinjiang, il territorio abitato dalla minoranza musulmana degli uighuri e nel Tibet, sono svaniti quando è stata scoperta l’identità del disperato attentatore.

Ji Zhongxing sarebbe stato ridotto sulla sedia a rotelle dalla polizia nel 2005 quando faceva l’autista di un tuk tuk senza licenza. E’ quanto scrive in una lettera lo stesso Ji Zhongxing, secondo quanto riferisce su Twitter Yifan Zhang, che nel suo profilo si definisce come un ex giornalista. In una serie di tweet, il giornalista precisa che l’uomo dice di essere stato fermato, picchiato e reso invalido e posta anche una foto che mostra l’uomo dopo il pestaggio. Nell’ultimo post sul suo blog, l’uomo, secondo la traduzione di Yifan Zhang, ha scritto: “Quasi senza speranza, la petizione è una strada senza uscita”.

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