ROMA – Una fabbrica cinese ha sostituito il 90 per cento dei suoi operai con robot: il risultato è stato un aumento della produttività del 250% e un calo dei difetti dell’80%. Lo rivela il sito Futurism che scrive: “La fabbrica ha sostituito il 90% della forza lavoro umana con i robot, il che ha portato a un incredibile aumento del 250% della produttività e a un significativo calo dell’80% dei difetti”.
Per produrre telefoni cellulari la fabbrica della Changying Precision Technology Company si avvaleva di 650 lavoratori umani ma ora è gestita da 60 braccia robotiche che lavorano 24 ore su 24 su 10 linee di produzione. Solo 60 persone ancora lavorano nell’azienda: tre sono incaricate di controllare e monitorare la linea di produzione e le altre hanno il compito di monitorare i sistemi di controllo del computer. Qualsiasi altro lavoro non gestito dagli operai è lasciato nelle “mani” esperte dei robot.
Secondo Luo Weiqiang, direttore generale della fabbrica, il numero di persone impiegate potrebbe essere ridotto a 20, e dato il livello di efficienza raggiunto dall’automazione, non passerà molto tempo prima che altre fabbriche prendano la stessa direzione. Ma questa efficienza ha un prezzo: i posti di lavoro. Secondo uno studio congiunto condotto dalla Oxford University e dalla Oxford Martin School, “negli Stati Uniti il 47% dei posti di lavoro” rischia “di essere automatizzato nel giro dei prossimi 20 anni”. E non riguarderà solo i posti di lavoro in fabbrica. Al ritmo in cui stanno avanzando la robotica e l’intelligenza artificiale (IA), le macchine saranno presto in grado di svolgere dei compiti in molteplici settori e farli altrettanto bene, se non meglio, degli umani.
Attualmente, in vista di un inevitabile futuro automatizzato, ci sono già avvocati robot in grado di difendere le violazioni dei ticket dei parcheggi, un’intelligenza artificiale che può fornire una diagnosi medica come un medico umano, dei “giornalisti” robot.
Nell’era dell’automazione, l’incertezza che permea il futuro dell’occupazione umana è già evidente e le macchine sono pronte a migliorare sempre di più le loro prestazioni. Fortunatamente, i governi e le organizzazioni private stanno riflettendo seriamente su questo argomento e hanno studiato alcune soluzioni per affrontare la diffusa sostituzione dei dipendenti.
Tra questi c’è il reddito di base universale (UBI), un sistema in cui tutti i cittadini di un paese ricevono una somma di denaro in aggiunta al reddito che generano con altri mezzi. Gli studi pilota in paesi come l’India, il Canada e la Finlandia sono già iniziati e, finora, hanno avuto risultati promettenti. (fonte FUTURISM)