Cina, il divieto velo alle donne uighure dietro le violenze

PECHINO, 22 LUG – Sarebbe stato il divieto per le donne uighure di indossare il tradizionale velo nero islamico a innescare le violenze nelle quali lunedi' scorso una ventina di persone sono rimaste uccise a Hotan, nel nord-ovest della Cina. Lo hanno riferito residenti della citta' al giornale di Hong Kong South China Morning Post (Scmp).

Gli uighuri sono la popolazione di lingua turcofona e di religione musulmana originaria del Xinjiang, nella quale si trova Hotan. Un portavoce governativo ha confermato che da alcuni mesi e' in corso nella regione una ''campagna'' contro l' uso del velo tradizionale islamico.

I testimoni hanno riferito che lunedi' scorso un numero imprecisato di uomini uighuri tra i 20 e i 35 anni di eta' hanno occupato con la forza un commissariato di polizia a Hotan, lanciando slogan contro le restrizioni imposte all' uso del velo. Una giovane donna ha riferito che il velo e' ''vietato'' da maggio o giugno.

La polizia e' intervenuta contro i protestatari uccidendone venti, secondo i gruppi di esuli uighuri. Le autorita' cinesi sostengono che nelle violenze sono morte 18 persone, tra cui quattro cinesi che erano stati presi in ostaggio dai manifestanti. La situazione nel Xinjiang e' rimasta tesa dopo le violenze verificatesi nel 2009 nella capitale Urumqi, nelle quali persero la vita circa 200 persone. In seguito, centinaia di persone sono state condannate a pene detentive. Sono state comminate anche un numero imprecisato di condanne a morte, almeno nove delle quali sono state eseguite.

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