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Cina, piazza Tiananmen blindata nell'anniversario della strage

di Maria Elena Perrero |4 Giugno 2011 18:48

PECHINO, 4 GIU – C'erano migliaia di persone oggi in piazza Tiananmen, nel giorno del ventiduesimo anniversario della strage, ma non hanno potuto manifestare. Sono rimaste in silenzio, sotto lo sguardo attento delle forze di polizia, pronte ad intervenire al minimo segnale di protesta o disordine. Tra le persone in piazza anche numerosi turisti, nonostante i serrati controlli e la necessita' di passare solo attraverso appositi varchi di sicurezza. Migliaia di presenze per non dimenticare, mentre il governo di Pechino vorrebbe che la questione fosse del tutto archiviata. Come del resto ha ribadito con chiarezza il portavoce del ministero degli esteri cinese, Hong Lei, che ha precisato che ''in relazione alle proteste politiche che si sono verificate alla fine degli anni 80 il partito comunista e il governo hanno gia' tratto le loro conclusioni''. Un capitolo chiuso dunque, che per Pechino tale deve rimanere e che il resto del mondo non dovrebbe contribuire a voler riaprire. E proprio per essere sicuri di non dover fronteggiare germogli di proteste di qualsiasi tipo, gia' dai giorni scorsi a Pechino ma anche a Shanghai e nelle altre principali citta' cinesi, erano stati intensificati tutti i controlli. In particolare la rete internet ha subito forti rallentamenti, le vpn, i programmi cioe' grazie ai quali si riesce ad evitare la censura del grande fratello cinese non funzionano da oggi o vanno a singhiozzo. Come ogni anno i media cinesi, controllati dallo stato, hanno volutamente ignorato la notizia dell'anniversario della strage, ricordata solo sui giornali e sui media stranieri. Stretta di vite anche nei confronti dei dissidenti. Mentre, nonostante i continui appelli della comunita' internazionale al loro rilascio, continuano a rimanere agli arresti sia il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo che l'artista e dissidente Ai Weiwei, la polizia cinese ha adottato nuove misure restrittive, alla vigilia della ricorrenza di oggi, nei confronti di numerosi avvocati, attivisti e dissidenti. Molti sono stati convocati solo per accertamenti e poi rilasciati. Ad altri e' stato espressamente richiesto di non uscire di casa in questi giorni ''sensibili''. Secondo quanto denunciato da gruppi di attivisti umanitari Bao Tong, ex aiutante del segretario di partito Zhao Ziyiang, sarebbe stato portato via, assieme a sua moglie, in una localita' sconosciuta. Sembra infatti che sia Bao che il suo ex capo avessero manifestato delle simpatie non gradite al governo nei confronti di gruppi di dissidenti. Il governo cinese non ha mai chiarito cosa successe esattamente il 4 giugno del 1989 ne' si sa con certezza quante persone persero la vita quando l'allora presidente Deng Xiaoping, decidendo per l'intervento militare, ordino' alle truppe di aprire il fuoco sui dimostranti. Secondo l'organizzazione delle madri di Tiananmen, che ogni anno pubblica una lettera aperta chiedendo giustizia e verita', i corpi identificati sarebbero 203 ma le stime parlano di molte centinaia, forse migliaia di vittime. Intanto Hong Kong ha risposto come ogni anno al silenzio di Pechino con una veglia a lume di candela che riunisce migliaia di persone. Oggi anche Taiwan si e' espressa a favore della liberta', della verita' e della democrazia. Il presidente taiwanese Ma Ying-jeou in un suo comunicato ha infatti chiesto alla Cina i rispettare i diritti umani e di rilasciare al piu' presto i dissidenti ancora in carcere.

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