Cina: troppa attenzione ai diritti umani, Pechino fa radere al suolo lo studio dell’architetto dissidente

Ai Weiwei

Fa troppa campagna per i diritti umani in Cina e ora il governo lo punirà demolendo il suo studio di Shangai: Ai Weiwei, l’artista e architetto che ha disegnato lo stadio olimpico di Pechino, è stato accusato di aver eretto l’edificio, dove avrebbe anche tenuto corsi di architettura, senza i permessi necessari.

Per questo motivo, gli è stato detto dai funzionari due mesi fa, la struttura illegale dovrà essere distrutta. Ma per Weiwei – la cui installazione con milioni di semi di porcellana è attualmente in mostra alla Tate Modern di Londra – la demolizione dello studio ha motivazioni unicamente politiche.

”Sono rimasto molto sorpreso perché l’intero processo si è svolto sotto la supervisione del governo che era molto entusiasta e spingeva il progetto”, ha detto Weiwei, sottolineando che a convincerlo a costruire lo studio erano stati proprio i funzionari del governo cinese.

”Mezza dozzina di artisti erano stati invitati a costruire studi nella zona perché volevano creare un’area culturale. Sono stato l’unico preso di mira il cui studio verrà distrutto”, ha detto l’artista, aggiungendo: ”C’e’ certamente una questione politica. E’ davvero strano. Nessuno mi sa spiegare la situazione e anche gli alti funzionari che mi avevano invitato ora non possono dire altro che ”mi dispiace, non ti possiamo aiutare” o ”Abbiamo provato, ma è impossibile”.

Weiwei, figlio del celebre poeta cinese Ai Qing, accusato anche lui di essere un dissidente, ha da sempre un rapporto difficile con il governo di Pechino. Lo scorso anno è stato picchiato dalla polizia di Chengdu, capoluogo dello Sichuan, dopo aver realizzato un’installazione che consisteva nei nomi di 5.000 bambini uccisi dal terremoto che aveva colpito la provincia nel 2008. Di quest’anno è invece un documentario su Feng Zhengzu, l’attivista per i diritti umani che per tre mesi ha vissuto all’aeroporto di Narita a Tokyo perché gli era stato vietato di tornare in Cina.

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