Cinema, Al Pacino: quando un gangster compie 70 anni

Al Pacino

Al Pacino, settanta anni il 24 aprile. Tre volte mitico “Padrino” per Coppola, l’attore ha esordito da protagonista come piccolo spacciatore in “Panico a Needle Park” film del 1971 diretto da Jerry Schatzberg, ma è stato poi anche grande spacciatore e gangster nel barocco remake di ‘Scarface’ (film a cui si ispirano più di ogni altro mafiosi e uomini della ‘ndrangheta) e, infine, trafficante di eroina in “Carlito’s Way”, entrambi firmati da Brian De Palma.

Capace anche ovviamente di stare dall’altra parte della legge, Pacino – che ha avuto tra le sue molte fiamme Jill Clayburgh, Marthe Keller, Diane Keaton e Penelope Ann Miller – é stato Serpico, poliziotto con spinone al seguito, ma anche l’agente dell’ Fbi Donnie Brasco, nonché l’avvocato idealista e tutto di un pezzo di “E giustizia per tutti” (film con cammeo del suo maestro Lee Strasberg) e il detective Vince Hanna di ‘Heat-la sfida’, dove per la prima volta divide lo schermo col grande rivale Robert De Niro.

Una grandissima star, insomma,  capace di interpretare un sincopato Padrino come un credibile Riccardo III, riuscendo a far convivere recitazione teatrale e cinematografica. Allievo della prima ora dell’Actor’s Studio, Pacino ha attualmente al suo attivo 8 candidature, ma un solo Oscar (per il remake di “Profumo di donna”).

Alfredo James Pacino, questo il suo nome per intero, nasce il 25 aprile 1940 a New York, nella zona di East Harlem da genitori di origine siciliane. Il padre Sal, agente assicurativo, abbandona la madre Rose quando Al aveva solo due anni e il piccolo si trasferisce, con la madre e i nonni, nel Bronx. A tre anni il gioco preferito di Al era, a detta di tutti, recitare per il nonno. I primi anni della vita sono difficili anche per l’estrema povertà della famiglia. A scuola non è certo il migliore della classe, ma eccelle per le sue straordinarie capacita di attore. Al si iscrive così alla High School of Performing Arts di New York City, ma a diciassette anni la abbandona, va via di casa e inizia a cercare lavoro come attore. Negli anni successivi esercita molti mestieri tra cui fattorino, operaio e traslocatore. Ma comunque continua a sviluppare le proprie capacità di recitazione frequentando l’Actor’s Studio di Lee Strasberg e l’Hebert Berghof Studio.

Durante gli anni sessanta Al Pacino lavora in teatro, partecipando a spettacoli di vario genere, da quelli per bambini alle produzioni di Broadway, e nella prima metà degli anni Settanta, con una straordinaria sequenza di film. Tra i più convinti scapoli d’oro di Hollywood, Al Pacino ha una figlia, Julie Marie, nata nel 1989 dalla relazione con l’insegnante di teatro Jan Tarrant, e due gemelli Olivia e Anton di nove anni, avuti dall’attrice Beverly D’Angelo. «Tutti pensano che gli attori sono dei bugiardi. Si dice: “smettila di recitare”. Ma io credo che si reciti solo nella vita, mentre nell’arte si persegue solo la verità»: ecco una sua pillola di saggezza a chiusura dell’incontro all’Auditorium alla terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nell’ottobre 2008.

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