City of Benares, ritrovata la nave affondata dagli U-boot nazisti: trasportava oro e bambini

di Edoardo Greco
Pubblicato il 28 Marzo 2017 - 07:01 OLTRE 6 MESI FA
City of Benares, ritrovata la nave affondata dagli U-boot nazisti: trasportava oro e bambini

La “City of Benares”, affondata dai nazisti il 18 settembre 1940

Ritrovata nell’Atlantico la “City of Benares”, la “nave dell’oro e dei bambini” salpata da Liverpool direzione Canada, affondata da un sommergibile U-boot nazista alle 0.01 del 18 settembre 1940. “Dei bambini” perché la City of Benares, 148 metri di lunghezza per 11 mila tonnellate di peso, trasportava lingotti d’oro e quasi un centinaio di bambini, dei quali 87 morirono nell’affondamento.

“Dell’oro” perché, come decine di navi mercantili inglesi affondate dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, la City of Benares trasportava lingotti d’oro. Si calcola che in fondo all’Atlantico ci siano 5 miliardi di euro di lingotti mai arrivati a destinazione.

Era l’oro e non i bambini l’obiettivo della Marina tedesca, che aveva l’incarico di affondare le navi cariche di lingotti. Mentre i genitori dei bimbi non sapevano che le “navi della Salvezza”, quelle che avrebbero dovuto portare tanti piccoli britannici lontano dalla guerra, erano per ordine di Winston Churchill cariche di lingotti per finanziare la spesa militare della Gran Bretagna attaccata dai nazisti. Riporta Vittorio Sabadin su La Stampa:

La City of Benares era salpata da Liverpool diretta in Canada, dove avrebbe dovuto portare al sicuro 100 bambini evacuati da Londra. Viaggiava con il convoglio OB-213, composto da altre 19 navi, e aveva a bordo complessivamente 407 persone. L’U-boot 48, comandato dal Kapitanleutnant Heinrich Bleichrodt, l’avvistò alle 23,30 del 17 settembre. Alle 23,45 lanciò due siluri che mancarono la nave e alle 00,01 del 18 settembre ne lanciò un altro che la affondò a 600 miglia dalla terra più vicina.

Morirono 262 persone e 87 dei 100 bambini che erano stati imbarcati dai loro genitori nell’illusione di mandarli verso la salvezza. Il disastro spinse il primo ministro Winston Churchill ad annullare il programma del trasferimento dei bambini in America, ma non quello segreto dell’invio di lingotti d’oro, essenziale per poter continuare a combattere.

Il ritrovamento della City of Benares fa parte di una maxi operazione di caccia al tesoro nell’Atlantico guidata dall’uomo che recuperò il sottomarino russo Kursk:

Ci sono voluti 25 anni di ricerche negli archivi della Bank of England, del governo e del ministeri della Marina e della Difesa britannici, ma ora Will Carrier, uno dei più grandi esperti al mondo di ricerca sottomarina, è sicuro di avere scoperto un immenso tesoro: nei relitti di decine di navi mercantili affondate dai tedeschi nella Prima e Seconda guerra mondiale ci sono lingotti d’oro per un valore di almeno 4,5 miliardi di sterline, circa 5 miliardi di euro. Si trovano tutti in acque internazionali e aspettano solo che qualcuno li vada a prendere.

Carrier, che ha partecipato nel 2000 al recupero del sottomarino russo Kursk, affondato nel mare di Barents con i 112 uomini di equipaggio, guida oggi Britannia’s Gold, una compagnia nata proprio con lo scopo di individuare i mercantili affondati che trasportavano segretamente negli Stati Uniti l’oro che serviva a pagare il cibo e gli armamenti inviati in Gran Bretagna nel corso delle due guerre mondiali. Le prove raccolte sono così precise che molti hedge fund e banchieri della City stanno finanziando le operazioni di ricerca.

Il gruppo guidato da Carrier sarebbe entrato in possesso, secondo quanto scrive Robert Hardman sul Daily Mail, di una mappa disegnata dalla Bank of England nella quale è indicata la posizione dei relitti che contengono i lingotti d’oro e che è attualmente custodita dallo studio legale Campbell Johnston Clark. […]

«Non cercheremo il tesoro della City of Benares – ha detto Will Carrier al Daily Mail – per rispetto alle sue vittime e per il fatto che è stata dichiarata un cimitero di guerra, cosa che rende comunque il suo relitto inviolabile. Ma ci sono molte altre navi mercantili che contengono oro i cui relitti possono essere esplorati».

Britannia’s gold concentrerà le proprie ricerche inizialmente su tre navi, due affondate nella Prima guerra mondiale, una nella Seconda, che si trovano abbastanza vicine tra di loro sul fondo dell’Atlantico. Per questa prima fase di recupero sono state stanziate 15 milioni di sterline.

Cercare oro nei relitti è un’operazione costosa: circa 100.000 sterline al giorno se il tempo è buono, di più se il mare è agitato. Il 20% del valore recuperato dovrà essere versato al governo britannico, proprietario delle navi affondate, ma l’80% residuo ripagherà ampiamente le spese, detratta anche la quota che sarà volontariamente destinata a opere di beneficenza.

La scoperta dei relitti dell’oro è avvenuta anni fa per caso, trovando fra le carte della Bank of England un appunto scritto a mano nel 1915 e destinato all’allora Cancelliere dello Scacchiere Reginald McKenna, nel quale si faceva riferimento alle spedizioni segrete di lingotti verso l’America, sia da parte del governo che di privati. Per il nemico era abbastanza facile scoprire quali navi trasportavano l’oro: cargo del valore di 30 mila sterline erano ad esempio assicurati per più di 500.000, rivelando così il loro prezioso carico segreto.

La Bank of England informava inoltre i mercati finanziari di ogni vendita di oro fisico, e bastava dunque scorrere l’elenco delle navi in partenza nello stesso giorno per gli Stati Uniti per avere buone possibilità di individuare quella che trasportava i lingotti.

Gli unici a non sapere nulla erano i cittadini britannici, ai quali il governo non ha mai fino a oggi voluto rivelare l’esistenza del prezioso carico che nei convogli di guerra metteva alcune navi più in pericolo delle altre.