Collaborò con la polizia di New York in indagini territoriali: la Cia si autoaccusa

NEW YORK, 14 SET – La Cia indaga su se stessa: ha aperto un'indagine interna per accertare se, collaborando con la polizia di New York, abbia violato la legge che le vieta di raccogliere intelligence sul territorio nazionale.

Un collaborazione iniziata dopo gli attacchi dell'11 settembre del 2001, e che ha portato la polizia ad infiltrare suoi agenti nella comunita' islamica di New York e a tenere sotto controllo decine di moschee e associazioni giovanili. Agenti sotto copertura hanno poi frequentato ogni giorno diversi ristoranti e caffe' in varie zone della citta', per raccogliere informazioni e preparare rapporti.

Nella sua prima audizione al Congresso quale nuovo capo della Cia, David Petraeus ha ieri affermato che l'indagine interna e' stata avviata per ''essere certi che stiamo facendo la cosa giusta''.

Nella stessa audizione, James Clapper, direttore della intelligence nazionale, ha affermato che anche se in realta' non c'erano agenti della Cia a raccogliere informazioni nelle strade di New York, egli riteneva comunque che non fosse una buona cosa ''avere la Cia coinvolta a qualsiasi livello nel dipartimento di polizia''.

Frattanto, il portavoce del dipartimento di polizia ha affermato che i suoi colleghi hanno dato il benvenuto all' indagine interna; mentre le associazioni islamiche cittadine hanno denunciato come illegale la sorveglianza a cui sono state sottoposte.

Non e' chiaro quanto il sindaco Michael Bloomberg sapesse del programma, di cui si e' sempre rifiutato di parlare. Ancora ieri, quando ad una domanda diretta a detto di rivolgersi al NYPD, la polizia, che, ha detto, ha accolto con favore l'indagine della Cia.

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