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Conclave, programma e favoriti: aspettando la fumata bianca Scola il più “papabile”

di Alessandro Avico |22 Settembre 2022 15:26

CITTA’ DEL VATICANO – E’ il giorno del Conclave. Cominciano i lavori per l’elezione del nuovo Papa dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Dopo la messa ”pro eligendo Pontifice” celebrata dal decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano, i cardinali alle 16.30 cominceranno il loro ingresso in Conclave e il giuramento per l’elezione del Papa, cui potrà seguire la prima votazione. I riti prevedono alle 16.15 il riunirsi dei 115 elettori nella Cappella Paolina da dove alle 16.30 partirà la processione attraverso la Sala Regia per giungere all’ingresso della Cappella Sistina. Qui avverrà il giuramento, seguito dall’extra omnes, cioè la formula del cerimoniere pontificio che dichiara l’uscita di chi non partecipa al Conclave.

Seguirà la ”meditazione” del cardinale maltese Prosper Grech. Quindi il possibile primo scrutinio e l’attesa ”fumata”, che difficilmente potrà essere bianca, cioè indicare l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice. La giornata viene chiusa dalla recita dei Vespri. Da domani, mercoledì, gli scrutini potranno essere quattro al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, con due fumate, fino a quello da cui risulterà eletto il nuovo Papa, per il quale occorrerà un quorum di due terzi dei consensi, pari a 77 voti.

Nei primi scrutini se la vedranno quattro nomi favoriti della vigilia, gli stessi che apparivano più “papabili” fin dal momento della rinuncia di Benedetto XVI, un mese fa. A cominciare dal cardinale Angelo Scola, 70 anni, arcivescovo di Milano, che gode di un forte sostegno fra gli europei e per il quale negli ultimi giorni hanno lavorato gli “ambasciatori”, come il cardinale di Bologna Carlo Caffarra, impegnati a recuperare consensi anche fra i connazionali. Si arriva a calcolare sia cresciuto da una trentina a 45-50 voti potenziali.

Nel primo scrutinio al nome di Scola si aggiungeranno almeno altri tre papabili: il canadese Marc Ouellet, teologo “raztingeriano” come Scola, uno dei tre statunitensi più in vista, Timothy Dolan e il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, il candidato latinoamericano che è sostenuto anche dal “partito” molto influente dei diplomatici.

Ma occhio agli “outsider”. Se giovedì la fumata bianca si facesse ancora attendere infatti potrebbero spuntare altri nomi. In caso di stallo potrebbero essere votati altri cardinali considerati papabili dagli stessi confratelli e che hanno fatto ottima impressione durante le congregazioni: il messicano Francisco Robles Ortega, l’ungherese Peter Erdo, l’austriaco Christoph Schönborn, gli italiani Gianfranco Ravasi e Angelo Bagnasco. In Asia ci sono il giovane filippino di madre cinese Luis Antonio Gokim Tagle, 55 anni, il cardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong. Per l’Africa più che il ghanese Peter Turkson sale Robert Sarah, 67 anni, guineano di Curia.

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