Raffreddare le tende dei militari in Iraq? Un’impresa di 14 miliardi

ROMA – Rinfrescare i soldati americani in Afghanistan e Iraq costa 14 miliardi di euro l’anno. La spesa, riportata dal Corriere della Sera, è stata calcolata dal generale in pensione Steven Anderson.

L’ex generale sottolinea che la spesa per gli impianti di aria condizionata delle tende sono superiori al budget della Nasa, e più di quanto ha dovuto pagare la compagnia petrolifera Bp per il disastro ambientale causato dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. A incidere di più sul conto è il costo della benzina necessaria per alimentare gli impianti.

Se si somma tutto, dal trasporto del carburante in regioni remote a tutte le misure di sicurezza fino all’infrastruttura necessaria, “allora parliamo di oltre 20 miliardi di dollari”, sostiene Anderson. Per alimentare un condizionatore d’aria in un avamposto in Afghanistan “serve un gallone di carburante che arriva via nave a Karachi, in Pakistan; quindi condotto per 800 miglia (1.300 km) in 18 giorni per l’Afghanistan su strade che a volte sono poco più che sentieri delle capre”.

E questo senza considerare i rischi di assalti, associati allo spostare carburante su quelle strade. Secondo l’ex generale più di un migliaio di soldati americani sono rimasti vittime su convogli che trasportavano carburante, da tempo oramai considerati obiettivi primari dai ribelli.

Secondo Anderson un minor consumo di carburante avrebbe risvolti positivi anche sul lavoro dell’esercito, costretto ad interrompere per almeno 48 ore il lavoro per andare a prendere il carburante. Ma alcuni esperimenti condotti in Iraq avrebbero dimostrato che si può ottenere un risparmio energetico del 92 per cento spruzzando schiuma di poliuretano sulle tende dei militari. Eppure, aggiunge Anderson, l’interesse per queste varianti ecologiche è assai limitato.

Gestione cookie